un po' di informazione in piu' credo non faccia mai male
anche se Franco è stato molto preciso nello spiegare,questo problema!
Cosa è la rabbia?
di M. Pacifici, 22 dicembre 2009
Caratteristiche della malattia e norme di comportamento.
Si tratta probabilmente della malattia più antica di cui si ha notizia. Nell’uomo, come negli animali, la rabbia è una malattia mortale causata da un virus (lyssavirus) appartenente alla famiglia dei rabdovirus.
Il virus, dopo aver infettato il sistema nervoso di animali selvatici e domestici, è presente nella saliva dell’animale ammalato prima della comparsa dei sintomi e si può trasmettere all’uomo attraverso la morsicatura, il graffio profondo, la leccatura di pelle non integra o il contatto della saliva dell’animale infetto con le mucose (occhi, naso, bocca).
Possono infettarsi e sviluppare la rabbia solo i mammiferi. Uccelli, pesci, rettili non si ammalano. In Europa la maggior parte dei casi sono segnalati nella volpe e, in misura molto minore, in altri animali selvatici (procioni, tassi, faine, erbivori selvatici, pipistrelli insettivori) e domestici (cani, gatti, bovini).
La malattia si caratterizza da una prima fase con disturbi generici e sintomi poco specifici. Successivamente evolve in una infezione dell’encefalo con due forme a decorso acuto.
la forma furiosa (75 % dei casi), caratterizzata da eccitazione psicomotoria, talvolta a carattere furioso, con perdita dell’orientamento e vagabondaggio. Negli animali si possono avere alterazioni della fonesi e perdita di saliva, sintomo strettamente correlato alla potenziale diffusione del contagio. Seguono fenomeni progressivi di paralisi della muscolatura fino al coma e alla morte.
la forma paralitica (25 % dei casi), nella quale compare la paralisi progressiva senza le manifestazioni di aggressività della forma furiosa.
Per sospettare un caso di rabbia in un animale, quindi, è molto importante osservarne il comportamento: l’animale selvatico perde la naturale diffidenza verso l’uomo, gli animali normalmente mansueti presentano fenomeni di aggressività o viceversa, si possono osservare difficoltà nel camminare, paralisi ed infine morte.
Un sintomo tipico dei rari casi di malattia nell’uomo è la idrofobia. L’avversione per l’acqua, nonostante la sete intensa, è dovuto a un doloroso spasmo laringeo al tentativo di bere l’acqua.
Con l’apparire dei sintomi, la rabbia è inesorabilmente fatale sia per gli animali sia per l’uomo.
Per prevenire la malattia nelle zone a rischio va evitato qualsiasi contatto con gli animali selvatici e con qualunque animale sconosciuto, anche se si mostra socievole. Non vanno adottati animali selvatici come animali da compagnia. Se un animale selvatico si comporta in modo strano è utile segnalare il fatto ai veterinari delle Aziende Sanitarie, alla Polizia locale o provinciale oppure al Corpo forestale. Va anche segnalato al veterinario ogni comportamento anomalo o inusuale nel proprio animale domestico (cane, gatto).
Gli escursionisti e i cacciatori, in particolare, possono osservare alcune norme di comportamento:
seguire le prescrizioni di eventuali ordinanze comunali o degli ufficiali sanitari;
vaccinare i propri cani contro la rabbia;
non maneggiare a mani nude le spoglie dei mammiferi rinvenuti o abbattuti, ma proteggersi con guanti robusti ed impermeabili;
segnalare alle Autorità competenti il rinvenimento di eventuali carcasse di animali, nonché la presenza di animali che presentino un comportamento non consueto.
Non esiste una cura per la rabbia. La prevenzione della rabbia si basa sulla vaccinazione pre-esposizione, che si esegue per chi svolge attività professionali “a rischio specifico” (veterinari, guardie forestali, operatori cinofili, guardie venatorie, ecc.), e sul trattamento antirabbico post-esposizione da effettuare subito dopo il presunto contagio in caso di aggressione da parte di un animale sospetto. In questo caso, l’animale deve essere sottoposto ad una osservazione di 10 giorni, in modo tale da poter escludere l’esposizione al virus al momento dell’aggressione o esposizione.
Sottovalutare anche un semplice e innocuo contatto con animali sconosciuti può essere molto pericoloso. Qualora la persona si ammali, l’esito è fatale nel 100% dei casi.
Per quanto riguarda la prevenzione della malattia negli animali sono importanti:
la vaccinazione (obbligatoria o volontaria a seconda del dato epidemiologico) degli animali domestici, la lotta al randagismo e l’attuazione di provvedimenti coercitivi (cattura ed eventuale abbattimento) al fine di realizzare attorno all’uomo un anello di protezione costituito da animali domestici non recettivi e quindi incapaci di trasmettere l’infezione (prevenzione del ciclo urbano della malattia);
la vaccinazione orale dei carnivori selvatici, volpi in particolare, introdotta da più di un decennio in alcuni paesi europei. A seguito di tale misura è stato osservato un significativo decremento dell’incidenza della malattia, rilevato attraverso piani di sorveglianza sul serbatoio selvatico (prevenzione e controllo del ciclo silvestre della malattia).
link:
http://prontosoccorso.eumed.org/area-pu ... idrofobia/