Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Lupo e zootecnia. Una convivenza possibile?
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Federico
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Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Messaggio da Federico » 27 lug 2009, 17:11

Sono tornati i lupi in Toscana, nel territorio fiorentino, e la Provincia di Firenze interviene per limitare i danni agli allevatori delle zone colpite con un progetto che sarà presentato lunedì 27 luglio (ore 11.00) nella sala stampa di Palazzo Medici Riccardi (via Ginori 8).

All’incontro con i giornalisti saranno presenti: la Vicepresidente della Provincia di Firenze Laura Cantini (Assessore alla Caccia); Pietro Roselli, Assessore all’Agricoltura; l’Assessore Marco Gamannossi e Giuseppe Pietracito dell’APA.
Il progetto coinvolge sia l’Associazione Interprovinciale Allevatori di Firenze e Prato (Apa) , sia il Centro per lo studio e la documentazione sul lupo (Csdl).

Due realtà apparentemente in conflitto, che si ritrovano unite nel progetto sostenuto dalla Provincia di Firenze per mettere in atto azioni in grado di mediare tra le proteste degli allevatori e la giusta esigenza di protezione e tutela del lupo.


Fonte: CronacaCity Firenze
Link: Attenti al lupo,Toscana: a Firenze un progetto per tutelare la preziosa specie e limitare danni agli allevatori.

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DAVIDE78
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Re: Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Messaggio da DAVIDE78 » 27 lug 2009, 17:40

speriamo che si pensi anche al lupo come essere vivente con esigenze e non solo come guaio da cacciare.. :? :? :?

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Duccio
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Re: Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Messaggio da Duccio » 27 lug 2009, 19:29

Qui dal mare, è con gran piacere che apprendo che il progetto, di cui più volte avevo accennato, è stato finalmente approvato.
E' un progetto "nostro" del csdl sviluppato insieme agli allevatori e permetterà di realizzare interventi concreti di prevenzione, oltre ad azioni di sensibilizzazione su tutti i soggetti che potenzialmente possono entrare in collisione con il lupo, quindi allevatori professionisti come dilettanti. Credo davvero che possa portare a risultati concreti in termini di mitigazione del conflitto e quindi di conservazione del lupo.

ciao, d.
Duccio Berzi, Presidente Canislupus Italia.

"Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c'è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso". D.L.Milani

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Federico
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Re: Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Messaggio da Federico » 27 lug 2009, 20:41

Altro articolo.

Firenze: la provincia coinvolge allevatori e istituti di ricerca per un progetto sul lupo

FIRENZE. La provincia di Firenze mette insieme "cane e gatto" per un progetto sul lupo. I due soggetti in questione sono l'Associazione interprovinciale allevatori di Firenze e Prato (Apa), e il Centro per lo studio e la documentazione sul lupo di Firenzuola (Csdl), realtà apparentemente in conflitto, a cui invece è stata chiesta la collaborazione per un'azione di mediazione tra le proteste degli allevatori e l'esigenza di protezione e tutela del lupo.
Secondo i monitoraggi dall'estate 2005 sono ricomparsi i lupi nelle zone vallive della provincia di Firenze, in particolare in Mugello, ma anche in altre zone del territorio come il Chianti, la Val di Sieve e l'Empolese Valdelsa.

Questo dato rileva un aspetto positivo visto che questa specie non compariva nel fiorentino dalla fine del ‘600: ciò segnale un miglioramento delle condizioni ecologiche nelle zone vicine ai centri urbani e l'aumento delle prede dei lupi (es. caprioli e cinghiali), nelle aree prossime alle città, dato anche questo ormai acclarato scientificamente. I lupi limitano la presenza di ungulati ma sono anche fonte di preoccupazione per gli allevatori che subiscono attacchi agli animali da pascolo con danni di tipo economico per le attività. Questa situazione di disagio ha anche favorito il "fai da te" attraverso la diffusione di mezzi illegali per contrastare il fenomeno, come la dispersione sul territorio di bocconi avvelenati che ha portato al rinvenimento di otto lupi che, in meno di tre anni, hanno subito un tragico destino.

Per tutelare gli allevatori e i lupi la provincia finanzierà attività di informazione e monitoraggio, e soprattutto la realizzazione di impianti di recinzione elettrificata a vasto raggio, in modo da consentire agli allevatori, nel periodo primaverile ed estivo, di portare gli animali al pascolo in zone più alte. «L'iniziativa che promuoviamo da oggi - ha dichiarato la vicepresidente della provincia e assessore alla caccia laura Cantini - è l'applicazione su tutto il territorio provinciale di una sperimentazione fatta nell'Alto Mugello, quando apparvero i primi lupi. Al posto di reazioni timorose o provvedimenti temporanei, la provincia ha portato avanti una serie di studi e ideato interventi sperimentali di protezione. I risultati di questi studi ci hanno dato modo di capire quanti lupi ci sono nel nostro territorio e dove si trovano, mentre l'intervento campione ci ha fatto capire che la sperimentazione funziona».

Alcuni dati sono stati portati dall'assessore all'agricoltura Pietro Roselli: «dall'incrocio dei dati provenienti dai rilievi genetici, dal monitoraggio con la tecnica del wolf-howling (ululato indotto) e dalla segnalazione degli episodi di predazione, si ipotizza una popolazione oscillante tra i 25 e i 40 capi presenti sull'arco appenninico, in alcuni rilievi a nord di Firenze (Monte Morello, Calvana e Monte Giovi) sul Pratomagno e sui monti del Chianti. In dubbio invece l'eventuale presenza di qualche capo nell'empolese, in particolare nel comune di Castelfiorentino». Il progetto, della durata di un anno, riguarderà tutto il territorio della provincia di Firenze, e sarà rivolto alle molteplici realtà che la compongono, dalle grandi aziende agricole ai piccoli contadini. Sarà distribuito materiale informativo, contenente nozioni generali sulla problematica, le tecniche di prevenzione e le norme a riguardo. Per sensibilizzare la cittadinanza, nei luoghi maggiormente colpiti dal fenomeno (Calenzano, Chianti, Valdelsa), verranno organizzati incontri serali per confrontarsi sul problema.

«Un'iniziativa importante, risolutiva - ha sottolineato il presidente dell'Apa Giuseppe Pietracito - che va incontro alla sensibilità degli allevatori di vedere tutelate le biodiversità, ma soprattutto crea i presupposti perché possano svolgere il loro lavoro anche in luoghi marginali, difficili, vicini ai boschi, dove l'esistenza degli allevatori è tanto più importante, pena l'abbandono stesso di queste zone. Ringrazio la provincia perché ha capito che gli allevatori non possono farsi interamente carico di un'iniziativa che va poi a beneficio della collettività. Gli allevatori devono mantenere il loro ruolo di presidio e difesa dell'ambiente faunistico, che è interesse di tutti, ma anche il loro reddito, pena la cessazione dell'attività. Dobbiamo evitare che le specie viventi in via d'estinzione nei territori più difficili, diventino gli allevatori stessi» ha concluso Pietracito.

Per la protezione diretta degli allevamenti durante i pascoli estivi oltre alle recinzioni elettrificate di vasto raggio (gli impianti dovranno coprire un'area di circa 10 ettari), verranno anche acquistati 8 cuccioli di mastino abruzzese, che saranno affidati ad aziende ed allevatori interessati. L'importanza di questi cani per la protezione del gregge è stata riconosciuta a livello istituzionale a partire dal 1997, quando all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo si decise per la prima volta di valorizzare la specie con il finanziamento dell'Unione europea. Le qualità del mastino abruzzese sono riconosciute anche in altri paesi: negli Stati Uniti vengono impiegati per contrastare i coyote, mentre in Norvegia hanno il compito di difendere gli ovini dall'attacco degli orsi.


Fonte: GreenReport
Link: Firenze: la provincia coinvolge allevatori e istituti di ricerca per un progetto sul lupo
Federico
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Re: Progetto tutela lupo e limitazione danni agli allevatori.

Messaggio da Federico » 29 lug 2009, 17:29

Altro articolo.

Lupi di ritorno e nuove politiche rurali

FIRENZE. Per ora il "ritorno del lupo" è visto dalla stragrande parte della popolazione come un evento da festeggiare: è diffusa la consapevolezza, cioè, che il ritorno su scala significativa del grande predatore nei boschi toscani è indice inequivocabile di un migliorato stato dell'ambiente e di un recupero in corso della diversità e complessità biologica dei boschi e delle aree rurali toscane.

E' infatti notorio come la regione Toscana, che con i suoi 1.150.000 Ha tra boschi e aree boscate (oltre il 50% della superficie regionale - dati Arsia/regione Toscana) è tra i polmoni verdi del Belpaese, sconti un passato di grande diffusione delle attività agro-pastorali che ha indotto un impoverimento dei boschi in termini di superficie e biodiversità: non inganni, quindi, l'aspetto delle colline toscane, spesso ammantate di vegetazione arborea ma precedentemente coperte da campi e pascoli.

Alle lungimiranti politiche di riforestazione condotte in Toscana fin da inizio ‘900 (si pensi, ad esempio, al monte Morello presso Firenze, che al 1900 era pressoché "calvo" e oggi è quasi completamente boscato) si è infatti accompagnato un percorso di urbanizzazione degli abitanti delle campagne, favorito anche dalla crisi del legno come materiale da costruzione (anni '60-'70 del Novecento), che ha portato insieme ad altri fattori al cosiddetto "abbandono delle campagne".

Se ci aggiungiamo anche la diffusione delle politiche di protezione territoriale, e la sempre maggiore regolamentazione a cui è sottoposta l'attività venatoria, ecco che possiamo capire come l'incontro tra l'uomo (e le sue attività produttive) e la fauna sia erbivora, sia carnivora, sia evento destinato a diventare sempre più frequente in futuro.

Ma per quanto tempo sussisterà questo trend di aumento degli "incontri" tra uomo e animale? Quando arriverà, cioè, quella "inversione di tendenza" nella considerazione delle comunità umane verso la fauna che "ritorna" dai boschi, che appare inevitabile in assenza di adeguate politiche gestionali? E, riguardo ai lupi, quando ripartiranno le carabine dei bracconieri, e quando si comincerà a parlare di riaprire la caccia legalizzata al grande predatore?

Forse presto (già ora in provincia di Firenze sono 8 i lupi avvelenati con polpette negli ultimi 3 anni), perchè anche se i numeri sono discordanti, il numero degli animali che si spingono nei campi coltivati o alle periferie delle città è in aumento, o perlomeno è percepito come tale.

E il problema è lo stesso, sia che si parli di erbivori e campi coltivati, sia che di lupi e greggi: il ritorno degli animali va gestito attivamente, e la politica dei rimborsi (già carente) non basta più, al pari di ogni strategia attuata "a valle", cioè ad eventi (negativi) avvenuti.

Desta quindi soddisfazione il progetto di cui greenreport ha parlato il 27 luglio, che prevede la collaborazione tra un istituto di ricerca (il Csdl di Firenzuola) e l'associazione interprovinciale allevatori di Firenze e Prato in un'iniziativa attuata dalla provincia di Firenze. Il progetto, finalizzato in primis al dialogo tra due mondi (quello degli allevatori e quello della ricerca) spesso in conflitto nella tutela delle risorse faunistiche, punta al finanziamento di attività di ricerca e monitoraggio, oltre a fondi per l'estensione delle già presenti recinzioni elettrificate (a bassa tensione, a fini dissuasivi) che permetterà agli allevatori di portare i capi al pascolo anche in zone più elevate rispetto ad ora. Sarà inoltre distribuito materiale informativo e sono previsti, durante i 12 mesi di durata (per ora) del progetto, incontri nelle zone più colpite dal fenomeno.

Una strategia "partecipativa" che, oltre a sviluppare la logistica difensiva dagli attacchi e dalle incursioni, prevede di intercettare "a monte" il dissenso, i disagi, le incomprensioni e il poco dialogo che per ora sussistono tra chi si trova a contatto con la fauna selvatica, e che appunto è da intendersi come un lungimirante superamento (o perlomeno una integrazione) delle politiche attuate finora (in primis i risarcimenti) che hanno sì permesso - insieme ai fattori sopra citati - una maggiore diffusione della fauna rispetto al passato, ma che hanno portato anche ad una diffusa ostilità degli agricoltori e allevatori nei confronti delle politiche di protezione. Una ostilità motivata dal loro punto di vista, ma che è assolutamente da superarsi per l'affermazione di un modello di sviluppo che permetta di salvare "capra e cavoli", o meglio uomini e lupi.

In questa direzione va anche il "Lupus in festival", che si terrà a Suvereto (Li), nel parco di Montioni dal 19 settembre al 3 ottobre 2009: tra teatro, arte, musica, conferenze e gastronomia si terrà un percorso di approfondimento delle tematiche inerenti al rapporto tra uomo, lupi, tutela degli ecosistemi e sostenibilità dello sviluppo produttivo e sociale. Al festival è prevista la partecipazione dell'associazione Wolf emergency, e sarà presente anche greenreport, con un intervento del direttore Diego Barsotti nella conferenza iniziale.


Fonte: GreenReport
Link: Lupi di ritorno e nuove politiche rurali
Federico
Il lupo non è né buono né cattivo, ma è lì, splendido come la natura selvaggia, e vuole restare libero.


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