Danni da fauna selvatica modello "Aurunci"

Lupo e zootecnia. Una convivenza possibile?
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hycanus
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Danni da fauna selvatica modello "Aurunci"

Messaggio da hycanus » 06 dic 2009, 22:05

Indennizzo dei danni da fauna selvatica, siamo al “modello Aurunci”

Il Parco ha varato un nuovo Regolamento per risarcire agricoltori e allevatori

di Aldo Gersi

Il Parco dei Monti Aurunci adotta un nuovo Regolamento per indennizzare gli agricoltori e gli allevatori dell’area protetta dai danni subiti dagli animali selvatici. Il nuovo meccanismo prevede, da una parte il risarcimento del danno subito, dall’altra la possibilità di studiare insieme (Parco, allevatori e agricoltori) la migliore soluzione al problema.
Obiettivo prioritario del Parco, infatti, resta quello di salvaguardare le ricchezze che compongono le Terrenostre dalla fauna di particolare interesse conservazionistico, fino al prodotto locale da promuovere. Ma certo non è facile conciliare esigenze che a prima vista appaiono del tutto discordanti: la salvaguardia dell’ambiente e della fauna da una parte (con il lupo in prima fila) e la tutela delle attività dell’uomo che da secoli caratterizzano i nostri monti. Ma come si è arrivati alla stesura di questo regolamento? Il Parco ha agito da subito muovendosi in due direzioni. Da una parte ha investito e investigato sulla effettiva presenza dei danni provocati dagli animali selvatici sul territorio. In questo modo si è giunti a conoscere meglio la distribuzione dei cinghiali (Sus scrofa) sul territorio, si è accertata la presenza del lupo sui nostri monti (Canis lupus), e si è censito il fenomeno dilagante del randagismo canino nella zona.
Dall’altra il Parco ha cercato di aiutare economicamente i produttori locali indennizzandoli dai danni subiti e sperimentando con alcuni di loro possibili soluzioni alterantive (recinzioni elettrificate, cani da guardiania).
È grazie a questa esperienza maturata dai tecnici del Parco e dai ricercatori, e alla collaborazione dalle associazioni di coltivatori e allevatori, che si è giunti al nuovo Regolamento. Ma è stata determinante anche la volontà del presidente del Consiglio direttivo, che hanno voluto dare un forte segnale di sostegno agli imprenditori locali.
E le molteplici attività messe in atto dal Parco degli Aurunci in questi anni – studi e ricerche scientifiche, azioni di prevenzione dei danni, incentivi all’agricoltura e alla zootecnia, la creazione di un Marchio di qualità dei prodotti del Parco – non sono passate nell’indifferenza. Anche in Regione Lazio se ne sono accorti. A tal punto che all’Agenzia regionale parchi studiano quello degli Aurunci come un modello da riproporre in altre aree protette. “Guardiamo agli Aurunci e alle attività che in quell’area si stanno sperimentando con grande interesse. Il loro approccio al problema individua un modello a cui fare riferimento in altre realtà della Regione” ha detto a Terrenostre Andrea Monaco, responsabile scientifico dell’Agenzia regionale parchi.
Certo il lavoro del Parco non si esaurisce qui. Tra gli obiettivi futuri resta la risoluzione del problema del randagismo canino e quello dei danni prodotti dai numerosi cinghiali presenti lungo la fascia di confine dell’area protetta. Ma il Parco sta già definendo delle strategie di azione da concordare con gli enti competenti.

Meglio dentro che fuori
Il meccanismo di risarcimento adottato dal Parco degli Aurunci assume ancor più valore se confrontato con quello provinciale. Mentre il Parco indennizza sia i danni provocati dagli animali selvatici, che quelli causati dai cani randagi – a prescindere dal fatto che gli animali siano custoditi o meno – le province risarciscono solo i primi. Non solo: il regolamento delle province, al momento della denuncia del danno subito, prevede una tassa di circa 26 euro “quali spese tecniche per la stima dei danni causati dalla fauna selvatica”. Risulta così evidente come un allevatore che esercita la sua attività nel Parco sia maggiormente tutelato rispetto al suo collega esterno all’area protetta, che in genere neanche sporge denuncia per essere indennizzato.
Tanto più alla luce del fatto che la presenza della fauna selvatica sul territorio non è legata al Parco. Gli animali, infatti, non hanno coscienza di dove finisca o inizi un area protetta, e si spostano naturalmente alla ricerca di aree idonee alla propria sopravvivenza. Il lupo, ad esempio, – la cui presenza sugli Aurunci è stata accertata dal 2005 – è un gran camminatore e può percorrere anche 20 km a notte. E questo animale è protetto non perché vive in un’area protetta, ma perché è tutelato da una legge del 1979 che ne vieta la caccia, la cattura e il trasporto su tutto il territorio nazionale, con pene che negli anni sono diventate sempre più severe per i trasgressori.

Il nuovo sistema di rimborso
Ecco gli elementi qualificanti del nuovo Regolamento d’indennizzo dei danni provocati agli agricoltori e agli allevatori dalla fauna selvatica:
1. Tempi certi per la definizione degli indennizzi e dei contributi
2. Procedimenti di stima esplicitati chiaramente nel regolamento
3. Indennizzo quantificato tenendo conto delle specificità delle produzioni zootecniche locali
4. Attenzione alle produzioni biogiche (aumento dell’indennizzo del 30%)
5. Utilizzo di veterinari convenzionati, retribuiti dal Parco, per la certificazione delle predazioni e per le prime cure sanitarie
6. Rimborso delle spese per lo smaltimento delle carcasse
7. Possibilità di erogare contributi alle aziende agricole in difficoltà
8. Indennizzo anche dei danni causati dalla fauna non selvatica agli animali che danno reddito
9. Possibilità per il Parco di fornire strumenti di prevenzione (recinzioni elettrificate)
10. Riconoscimento di indennizzi agli allevatori i cui animali, a causa dello stress provocato dalle predazioni, producono meno.
L’utilizzo di veterinari convenzionati con l’Ente, in particolare, permette di ridurre le spese a carico delle aziende zootecniche, e al Parco di effettuare accertamenti sicuri sull’avvenuta predazione dei capi di bestiame, in modo da prevenire eventuali truffe.

“Compensazioni sì, e anche prevenzione”
di Silvio d’Alessio *
Il regolamento sugli indennizzi dei danni da fauna selvatica e il tentativo di arginare il fenomeno del randagismo canino rappresentano azioni concrete del Parco dei Monti Aurunci per mitigare il conflitto tra lupo e zootecnia nell’area protetta. È ovvio che il ritorno del lupo sui nostri monti, da cui mancava da decenni, rappresenta un valore positivo per la collettività. Non dobbiamo, però, dimenticare che per alcune classi sociali la sua presenza, strumentalizzata dai media locali, rievoca ataviche paure ed è strettamente connessa ai danni alla zootecnica. Questi ultimi vanno considerati anche alla luce del dilagante fenomeno del randagismo canino. Fa bene, quindi, il Parco ad utilizzare gli strumenti politici ed economici in suo possesso al fine di ridurre il carico dei danni nei confronti delle aziende dell’area protetta. Fa bene inoltre ad incentivare le produzioni biologiche. A tal proposito è auspicabile una riforma dei sussidi europei all’allevamento che dovrebbero premiare la qualità e non il numero dei capi prodotti, onde evitare la tendenza al sovrappascolo e gli effetti dannosi che ne derivano (difficoltà nel gestire il bestiame, dispute tra allevatori, incendi…).
Non bisogna però dimenticare che le politiche di compensazione vanno subordinate a misure di prevenzione, poichè da sole sono inadeguate a risolvere il conflitto soprattutto nel lungo termine. Nell’arco del 2008 il Parco ha sperimentato con l’aiuto di alcune aziende zootecniche l’utilizzo di barriere elettriche e di cani da guardiania anti predazione. L’intento è tradurre tali sperimentazioni in soluzioni che siano di volta in volta calibrate alle condizioni e alle esigenze locali. Bisogna mantenere alta l’attenzione sul conflitto per avere sempre sotto controllo lo sviluppo dei danni e delle popolazioni di predatori e per agire tempestivamente nelle aree critiche.
* zoologo naturalista

Link: http://www.rivistaterrenostre.it/2009/1 ... o-aurunci/
Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perché è parte della stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima, il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto. (Tiziano Terzani)

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Duccio
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Re: Danni da fauna selvatica modello "Aurunci"

Messaggio da Duccio » 06 dic 2009, 23:01

Fa piacere sapere che per realizzare al meglio gli impianti elettrificati per la prevenzione dei danni, il dirigente e un tecnico del Parco, siano venuti questa estate in Mugello a studiare le recinzioni realizzate da noi!
Duccio Berzi, Presidente Canislupus Italia.

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Re: Danni da fauna selvatica modello "Aurunci"

Messaggio da Federico » 06 dic 2009, 23:05

Fa molto piacere!
Duccio sei un riferimento a livello nazionale!
Federico
Il lupo non è né buono né cattivo, ma è lì, splendido come la natura selvaggia, e vuole restare libero.


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