Capriolo "tricorno" o "unicorno"..!
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- lorenzo lazzeri
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Re: Capriolo "tricorno" o "unicorno"..!
già che ci siamo aggiungo anche io un paio di foto fatte assieme ad un amico... sono foto di gennaio quindi non può esser una stanga che star per cadere ma piuttosto una botta regressa si vede anche un bernoccolo in mezzo alla testa!


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- lorenzo lazzeri
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Re: Capriolo "tricorno" o "unicorno"..!
Grazie Stefano e Lorenzo per i vostri interessanti contributi. Mi pare che, nella interessante tabella di Davide, si possano collocare, come deformità, nei palchi "a sedia", di natura temporanea , che originano da una trauma da frattura nella fase del velluto. Più mi inviate del materiale più mi rendo conto della rarità del palco "soprannumerario ectopico" che ho immortalato, sulla cui possibile origine ho ancora di fronte un grosso
, nonostante l'aiuto di Luciano, dal quale mi attendo (spero..
) un approfondimento. Il motivo è che, secondo me, dato il punto di innesco di questa stanga, se di sospetta frattura dell'osso frontale si trattasse, non sarebbe più plausibile aspettarsi il sorgere di un callo osseo, in luogo di una vera e propria stanga in esubero?
Tratto dal "dizionario della salute" del Corriere della Sera:
"CALLO OSSEO-Tessuto osseo formato dall’organismo per riparare la frattura di un osso. Esso costituisce come un ponte che unisce i due monconi dell’osso fratturato, ed è formato da strutture che si modificano progressivamente diventando sempre più resistenti, fino a formare tessuto osseo maturo. Questo, anche se ormai capace di resistere alle sollecitazioni meccaniche come l’osso vicino, viene però continuamente rimodellato fino a che non sia ripristinata del tutto l’architettura dell’osso. Dapprima, non appena cessate l’emorragia e l’essudazione di liquidi conseguenti alla frattura, ha luogo la detersione del focolaio, con l’asportazione dei detriti e delle sostanze accumulatesi.Il coagulo di sangue e di fibrina costituisce il primo ponte che unisce i due monconi e forma la struttura lungo la quale si estende poi il tessuto di riparazione.Questo origina dai vasi della zona, invade il coagulo organizzandolo e riassorbendolo, mentre parallelamente le cellule osteoformatrici (osteoblasti) sono stimolate a produrre matrice ossea. Si forma così un delicato reticolo di tessuto osseo che si estende da un moncone all’altro. Tale tessuto subisce poi processi di rimaneggiamento e di calcificazione che gli conferiscono la necessaria solidità.Il processo di riparazione delle fratture ossee, che in condizioni normali raggiunge un assestamento definitivo in capo a poche settimane, tende a rimodellare l’osso secondo un piano strutturale simile alla normalità la sua presenza può tuttavia lasciare segni definitivi più o meno evidenti.La formazione del c. osseo è influenzata e condizionata da diversi fattori, quali la sede e il tipo della frattura, le condizioni del sistema endocrino, la distanza tra i monconi e l’eventuale interposizione di tessuti molli, la sovrapposizione di infezioni, l’età e lo stato di nutrizione del soggetto, le abitudini di vita, ecc.In circostanze patologiche la sua formazione e la sua calcificazione possono essere rallentate o tanto scarse da non consentire un consolidamento, fino a causare il formarsi di un callo di tipo fibroso, morbido che simula una falsa articolazione (pseudoartrosi).In tal caso è necessario provvedere con un intervento chirurgico. In altre circostanze il c. osseo può essere invece esuberante fino al punto da promuovere disturbi circolatori o nervosi per inglobamento nel callo stesso di strutture vascolari o nervose anche in questi casi può essere necessario un intervento chirurgico inteso a liberare le strutture interessate."


Tratto dal "dizionario della salute" del Corriere della Sera:
"CALLO OSSEO-Tessuto osseo formato dall’organismo per riparare la frattura di un osso. Esso costituisce come un ponte che unisce i due monconi dell’osso fratturato, ed è formato da strutture che si modificano progressivamente diventando sempre più resistenti, fino a formare tessuto osseo maturo. Questo, anche se ormai capace di resistere alle sollecitazioni meccaniche come l’osso vicino, viene però continuamente rimodellato fino a che non sia ripristinata del tutto l’architettura dell’osso. Dapprima, non appena cessate l’emorragia e l’essudazione di liquidi conseguenti alla frattura, ha luogo la detersione del focolaio, con l’asportazione dei detriti e delle sostanze accumulatesi.Il coagulo di sangue e di fibrina costituisce il primo ponte che unisce i due monconi e forma la struttura lungo la quale si estende poi il tessuto di riparazione.Questo origina dai vasi della zona, invade il coagulo organizzandolo e riassorbendolo, mentre parallelamente le cellule osteoformatrici (osteoblasti) sono stimolate a produrre matrice ossea. Si forma così un delicato reticolo di tessuto osseo che si estende da un moncone all’altro. Tale tessuto subisce poi processi di rimaneggiamento e di calcificazione che gli conferiscono la necessaria solidità.Il processo di riparazione delle fratture ossee, che in condizioni normali raggiunge un assestamento definitivo in capo a poche settimane, tende a rimodellare l’osso secondo un piano strutturale simile alla normalità la sua presenza può tuttavia lasciare segni definitivi più o meno evidenti.La formazione del c. osseo è influenzata e condizionata da diversi fattori, quali la sede e il tipo della frattura, le condizioni del sistema endocrino, la distanza tra i monconi e l’eventuale interposizione di tessuti molli, la sovrapposizione di infezioni, l’età e lo stato di nutrizione del soggetto, le abitudini di vita, ecc.In circostanze patologiche la sua formazione e la sua calcificazione possono essere rallentate o tanto scarse da non consentire un consolidamento, fino a causare il formarsi di un callo di tipo fibroso, morbido che simula una falsa articolazione (pseudoartrosi).In tal caso è necessario provvedere con un intervento chirurgico. In altre circostanze il c. osseo può essere invece esuberante fino al punto da promuovere disturbi circolatori o nervosi per inglobamento nel callo stesso di strutture vascolari o nervose anche in questi casi può essere necessario un intervento chirurgico inteso a liberare le strutture interessate."
- Davide
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Re: Capriolo "tricorno" o "unicorno"..!
Trauma allo stelo .Stefano P ha scritto:Anche un cervo.Stefano P ha scritto:Per curiosità...
- Davide
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Re: Capriolo "tricorno" o "unicorno"..!
Trauma allo stelo !!lorenzo lazzeri ha scritto:già che ci siamo aggiungo anche io un paio di foto fatte assieme ad un amico... sono foto di gennaio quindi non può esser una stanga che star per cadere ma piuttosto una botta regressa si vede anche un bernoccolo in mezzo alla testa!