Cinghiali e argilla.

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fiore955
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Cinghiali e argilla.

Messaggio da fiore955 » 03 gen 2014, 15:20

Dopo la testimonianza del daino in parete, ecco un breve video di cinghiali intenti, nella stessa zona, a rastrellare argilla, che tutti gli ungulati che vivono in zona calanchiva dimostrano di gradire particolarmente, avventurandosi, come mostrato in precedenza, anche in zone particolarmente scoscese.


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Luciano
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Re: Cinghiali e argilla.

Messaggio da Luciano » 03 gen 2014, 19:11

Bello!!
Poi magari quando ci troviamo a osservare quegli escrementi ... ci chiediamo: .. "ma chissà chi avrà deposto escrementi con questa forma così strana" :D :D

L.

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Davide
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Re: Cinghiali e argilla.

Messaggio da Davide » 03 gen 2014, 20:12

Non riesco a vedere il filmato !!

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Re: Cinghiali e argilla.

Messaggio da Duccio » 05 gen 2014, 15:17

Molto interessate, così come i cervidi che cercano le cortecce di salice ricche di acido acetilsalicilico (in sostanza l'aspirina), anche i cinghiali hanno scoperto le qualità terapeutiche di una sostanza naturale come l'argilla, riscoperta ora anche dalla nostra medicina naturale.
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Re: Cinghiali e argilla.

Messaggio da franco » 06 gen 2014, 22:16

Anche io non riesco a vedere il filmato. Ricordo l'episodio dell'orso che doveva essere radiocollarato e che era stato visto spesso cibarsi di corteccia e polloni di salice. Poi durante la cattura hanno notato che i denti dell'animale erano davvero messi male con pulpiti e parodontiti. Probabilmente stava cercano un antidolorifico naturale.
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fiore955
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Re: Cinghiali e argilla.

Messaggio da fiore955 » 17 gen 2014, 15:47

http://gaianews.it/salute/ricerca-medic ... 50648.html

"17.01.2014
Che l’argilla abbia proprietà curative è risaputo fino dai tempi più antichi. Greci e Romani ne conoscevano l’efficacia, sperimentandone le applicazioni terapeutiche praticamente su tutto il corpo.
Il suo campo di applicazione trova infatti riscontro nella cura di una vasta gamma di disturbi e affezioni patologiche, dalle calcolosi alla terapia antinfiammatoria delle ossa, dell’intestino e del sangue.
Questo prodotto naturale è un ideale riequilibrante di molte funzioni fisiologiche, è antitossico ed è impiegato con successo anche nella cura di malattie renali croniche. L’alta tolleranza di medicamenti a base di minerali argillosi permette infatti di abbassare i livelli di fosfati in eccesso nei pazienti affetti da patologie renali.
L’argilla di Friedland allo stato grezzo, un nuovo mezzo curativo nel trattamento della malattia renale cronica (crediti: FIM Biotech GmbH)
La signorina M. trascorre 15 ore circa alla settimana in ospedale. Le sue funzioni renali sono limitate e i reni non sono più in grado di filtrare efficacemente le tossine dal sangue. Si tratta di una paziente in dialisi e la sua vita quotidiana è notevolmente compromessa da questo trattamento terapeutico.
Una storia alquanto comune, purtroppo; simile a quella di tanti altri pazienti affetti da patologie che interessino questi organi, i reni.
Nella sola Germania, più di sei milioni di persone soffrono di una qualche forma di malattia renale cronica e ai 70mila pazienti in dialisi attualmente, ogni anno se ne aggiungono, in media, 15mila di nuovi.
Quando si soffre di insufficienza renale, il corpo non è in grado di filtrare i fosfati e l’eccesso risultante, anziché essere escreto, viene assorbito nel sangue, provocando accumuli da deposito di calcio-fosfati, che possono sfociare in malattie cardiache e morte prematura.
Per combattere questi disturbi, gli ammalati sono costretti ad assumere ‘leganti’ di fosfati con i pasti; in pratica, sostanze che si leghino ai fosfati, in modo da poterli espellere, evitando l’assorbimento nel circolo ematico. Con il rischio, tuttavia, di effetti collaterali anche gravi.
Ora si schiudono nuove speranze per i sofferenti di queste patologie renali croniche.
Gli scienziati dell’Istituto Fraunhofer per la terapia cellulare e Immunologia di Rostock, in Germania, stanno lavorando in collaborazione con la Friedland Industrial Minerals GmbH (FIM GmbH) per sviluppare un agente terapeutico efficace che i pazienti possano ben tollerare.
Formati da depositi marini di cenere vulcanica di 60 milioni di anni fa, i minerali argillosi rinvenuti nell’area di Friedland, nella Germania nord-orientale, costituiscono la base per il nuovo agente e, a questo scopo, l’argilla viene dapprima trattata con una raffinazione attraverso un particolare processo tecnico.
In una serie di prove ed esperimenti di coltura cellulare, i partners della cooperazione sono stati in grado di dimostrare la elevata capacità del fosforo nella formazione di leganti e il grado di tolleranza dei minerali argillosi.
“I leganti del fosforo ottenuti da materie prime minerali pure è altrettanto efficace dei leganti farmaceutici tradizionali. Con questi leganti i livelli elevati di fosforo renale possono essere abbassati efficacemente.
I nostri test sugli animali mostrano inoltre che, a differenza dei farmaci standard, il nostro legante provoca solo lievi effetti collaterali”, afferma Steffen Mitzner, capo del gruppo di lavoro sulla immunomodulazione extracorporea a Rostock e professore di Nefrologia presso l’Università della città tedesca.
Gli scienziati ritengono che la loro materia prima naturale raffinata potrebbe essere usata anche nel trattamento delle malattie infiammatorie intestinali.
Un altro studio, sempre su modelli animali, è attualmente in corso allo scopo di determinare l’ambito di utilizzazione dei minerali argillosi per aiutare a guarire l’infiammazione intestinale indotta."


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