Camoscio d'Abruzzo a rischio.

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fiore955
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Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da fiore955 » 11 gen 2013, 18:22

Una notizia poco confortante, che preoccuperà tutti, ma in modo particolare l'utente Angela. Speriamo che rientri l'allarme. :(

http://www.geapress.org/ambiente/camosc ... poco/38564

"GEAPRESS – L’incremento annuo delle piccole popolazioni di Camoscio d’Abruzzo (nella foto del Parco Nazionale della Majella) , che da qualche anno si registra in Italia, è dovuto al fatto che il raro animale è superprotetto. Un paio di migliaia, distribuiti però in più areali separati fra loro. Una situazione, dunque, molto delicata.

Un “gioiello” della natura, visto che la rara sottospecie non si rinviene in nessuna altra parte del mondo, se non in Italia. Per questo la Convenzione di Washington sul commercio di specie rare e minacciate di estinzione, la considera nell’Appendice I, ovvero quella con il massimo grado di protezione. Nessun abbattimento o comunque commercio per specie rare. Ancora per poco, però.

Ai lavori della Convenzione, fissati a Bangkok dal 3 al 14 marzo 2013, apparirà infatti una proposta di risoluzione della Danimarca, presentata a nome di tutti i paesi UE. Pertanto, anche dall’Italia.

Secondo i funzionari redattori, in Italia la specie non è cacciabile e pertanto non correrebbe rischi. Un fatto che però stride con la situazione disastrosa del bracconaggio nel nostro paese. Ad ogni modo, ai proponenti, non risultano casi di bracconaggio ai danni di questo raro animale. Tra l’altro l’essere “sottospecie” e non “specie”, parrebbe non allinearsi con i criteri valutativi della Convenzione.

Da qui la trovata. Declassare il raro Camoscio d’Abruzzo, dall’Appendice I all’Appendice II. Cosa significherebbe tutto ciò? In linea teorica (protezione nazionale a parte) il Camoscio d’Abruzzo potrebbe essere inserito all’interno di quote di commercio. E’ il caso, ad esempio, dei trofei. Difficile che questo comunque possa avvenire, almeno finchè la legge nazionale (157/92) lo protegge pur nelle more dei deboli reati venatori. Quello che cambierebbe subito è invece la previsione di sanzione pecuniaria nel caso in cui un bracconiere, o comunque un trafficante, venisse trovato con un trofeo di Camoscio d’Abruzzo. Sebbene i reati previsti in Italia per la violazione della Convenzione di Washington siano di natura contravvenzionale, le pene pecuniarie dell’ammenda sono di gran lunga superiori a quelle della sola legge sulla caccia. Una differenza non da poco, pertanto.

Viene però da chiedersi chi sono i funzionari italiani, verosimilmente del Ministero dell’Ambiente, che hanno sostenuto questa proposta. Sebbene presentata dalla Danimarca (chissà perchè) è comunque condivisa da tutti i paesi europei. Italia compresa, dunque. Anzi è molto probabile che il parere del nostro paese sia stato quantomeno di rilievo."

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marcospada
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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da marcospada » 14 gen 2013, 15:21

Riporto quanto mi ha scritto il servizio scientifico del PNALM in proposito:

Gent.mo arch. Spada
siamo senz’altro al corrente della proposta della CE per lo spostamento del Camoscio appenninico dall’Appendice I all’Appendice II della CITES. Tale proposta è ovvia conseguenza del declassamento della specie da categoria Endangered a Vulnerable. Tale declassamento ha sicuramente alle spalle un fatto estremamente positivo: grazie alle operazioni di reintroduzione/introduzione di Majella e Gran sasso la specie oggi conta un numero alto di effettivi e dunque, in riconoscimento di questo, l’IUCN la definisce oggi solamente vulnerabile. Ciò premesso abbiamo ricevuto dalla CE la proposta di spostamento da app.I a app.II per una nostra revisione e per eventuali commenti. Tenuto conto che la specie è protetta non solo ai sensi della legge sulla caccia ma anche dalla Convenzione di Berna e dalla direttiva Habitat e conseguentemente dal DPR 357 non ci sono motivi ostativi allo spostamento. Nel rivedere la proposta abbiamo comunque fatto presente che il bel trofeo del Camoscio potrebbe potenzialmente aprire nuovi scenari (bracconaggio per commercio illegale di trofei) e quindi abbiamo chiesto che lo spostamento fosse accompagnato da un attento monitoraggio della situazione e da una verifica nell’arco di un triennio con possibile revisione di tale decisione. Quindi formalmente la decisione è ineccepibile e logica visto il modificato status della popolazione. Quello che vogliamo è che la CE monitori attentamente quanto accadrà.
Va comunque precisato, a parziale rettifica di quanto detto nell’articolo, che la proposta di spostamento non parte da un funzionario del Ministero ma dalla commissione CITES italiana tra i cui membri c’è anche il WWF Italia e quindi anche le associazioni ambientaliste sono d’accordo con tale proposta.
Cordiali saluti
Cinzia Sulli
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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da Giovanni Todaro » 14 gen 2013, 16:58

Ammazzade, la Sulli è ancora lì? Ne ho uno spiacevolissimo ricordo. Ovviamente scrivo a livello personale assumendomi la responsabilità nel dire: A casa!!!

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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da fiore955 » 14 gen 2013, 17:49

Forse il paragone sarà un tantino azzardato, ma non così come potrebbe apparire. Questo è quello che sta accadendo agli elefanti dello Zimbabwe per via del loro analogo declassamento:

http://www.geapress.org/animali-in-catt ... cani/38764

"....Tutti i giovani elefanti africani presenti nei circhi italiani, provengono dai paesi dell’area del sud Africa. Il loro commercio iniziò proprio quando l’elefante africano venne declassato dall’Appendice I (quella cioè di massima protezione ) alla II della Convenzione di Washington. Siamo nella seconda metà degli anni novanta. Come nello Zimbabwe, tanto per intenderci. Più paesi e più personaggi vennero coinvolti nelle spedizioni di elefantini africani. Tra i commercianti c’era un italiano, finito allora sotto processo in un Tribunale di Pretoria, originario della provincia di Alessandria."

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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da marcospada » 24 feb 2013, 19:20

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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da fiore955 » 25 feb 2013, 11:35

marcospada ha scritto:La posizione del PNALM:

http://www.parcoabruzzo.it/dettaglio.php?id=20699
I numeri della ripresa del camoscio d'abruzzo, dagli anni settanta in poi, sono assai vicini a quelli ipotizzati per il lupo...non sarà imminente, anche per questa specie, un analogo declassamento, che tra l'altro da tempo molte categorie "interessate" chiedono? Secondo me assai più "pericoloso" di questo.

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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da griso » 19 ago 2014, 15:57

Segnalo il Comunicato Stampa del PNALM circa l'esito della conta in simultanea della popolazione di Camoscio Appenninico del Parco.

Boom di nascite al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per il Camoscio appenninico

Pescasseroli, 19 Ago 14 - Questa la positiva notizia che arriva dal conteggio in simultanea realizzato dall'Ente Parco nell'ambito del progetto Life Coornata finanziato dalla Comunità Europea per la salvaguardia di questa specie.

I conteggi in simultanea nel Parco vengono effettuati con la stessa metodologia dal 1993 e sono organizzati ogni anno, sia a luglio che a ottobre, con lo scopo di stimare la popolazione ed il successo riproduttivo attraverso la conta dei capretti ed il tasso di sopravvivenza al primo anno.
Le operazioni di conta, coordinate dal Servizio Scientifico del Parco si sono svolte il 29 ed il 30 luglio lungo 27 circuiti prestabiliti e hanno visto la collaborazione di tecnici, Guardie del Parco, Agenti del CTA del CFS, la Riserva delle Gole del Sagittario e numerosi volontari per un totale di 60 operatori.
Analizzando i dati degli avvistamenti riportati da tutte le squadre impegnate, e dunque al netto dei doppi conteggi, il numero minimo certo di camosci osservati è risultato pari a 497 individui, dei quali 141 sono i nuovi nati (kid) e 57 sono giovani di un anno (yearling). Rispetto alle conte estive del 2013, quando furono contati 392 individui, i dati di quest'anno fanno ben sperare. In particolare è stato registrato un tasso di sopravvivenza al primo anno del 50%, un valore decisamente in linea con quanto noto per altri ungulati di montagna. Il boom di nascite si è registrato in tutti i branchi avvistati, con la Meta ed i Tartari che, attualmente, restano le aree più rappresentative per il Camoscio. Altra notizia di rilievo è la presenza di oltre 80 camosci nel comprensorio del Marsicano, frutto di una operazione di liberazione di alcuni soggetti, avvenuta oltre 10 anni fa.

Sebbene il Camoscio appenninico oggi sia presente anche in altre quattro aree protette, l'area del Parco resta la più importante in quanto ospita la popolazione relitta di questa specie e dalla quale hanno preso il via le altre colonie.

"La notizia è confortante, secondo il Presidente del Parco Antonio Carrara, in quanto, a fronte di alcuni elementi di criticità del Camoscio in Val di Rose, si riscontra un aumento in altre aree, in particolare una grande espansione numerica nel Monte Marsicano, fino a pochi anni fa imprevedibile".
Proprio per l'importanza storica e conservazionistica del Camoscio, l'Ente Parco, già impegnato nella sua tutela dalla sua istituzione nel 1923, ha predisposto, nell'ambito di del Progetto LIFE Coornata, uno specifico Piano di Gestione che si pone come obiettivo principale il miglioramento dello status di conservazione e tutela del Camoscio appenninico nel Parco.
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Ufficio di Presidenza
Comunicato Stampa n. 48/2014
Marco Novelli, Consigliere Canislupus Italia.

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Re: Camoscio d'Abruzzo a rischio.

Messaggio da marcospada » 21 ago 2014, 18:50

La cosa che ho avuto modo di notare direttamente è che i Camosci della Val di rose, area storica dalla presenza sempre abbondante e certa, se ne stanno andando da altre parti, in particolare sul Marsicano e sul Meta. La cosa non piace alle associazioni ed i gruppi che in estate specialmente organizzano escursioni turistiche a pagamento proprio sulla val di rose, facile da raggiungere da Civitella Alfedena, ma credo proprio che l'eccessiva presenza di escursionisti e turisti della domenica stia spingendo i branchi della valle ad andarsene in posti più tranquilli.
Ho notato infatti presenze sempre maggiori non solo sulle rocce del monte Meta, ma anche nelle due valli sotto il Meta (Biscurri e val Pagana) e nei contrafforti che le delimitano. Del resto dalla val di rose al Meta un camoscio impiega circa un paio d'ore ad arrivare e trovare un ambiente migliore, con pascoli più abbondanti e meno gente in giro.
Poi c'e' ovunque ormai al PNA la competizione alimentare con il Cervo che attualemente è presente in quasi tutte le praterie d'altitudine. Stranamente però è proprio la Val di rose quella con la minore presenza, se non nulla, di Cervi. Forse per la mancanza di acqua facilmente disponibile.
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