Bocconi avvelenati alle porte di Firenze
24/3/2010 - Morti di cani, gatti e animali selvatici continuano a susseguirsi per il criminoso utilizzo di bocconi avvelenati in provincia di Firenze.
La denuncia di WWF, LAV, Italia Nostra, Ceda
Morti di cani, gatti e animali selvatici continuano a susseguirsi per il criminoso utilizzo di bocconi avvelenati. Anche se tutta la Provincia di Firenze è colpita, vi sono aree dove il fenomeno è particolarmente e tristemente diffuso. Di particolare gravità il caso delle colline che da Firenze giungono all’Impruneta, dove anno dopo anno questa illecita e vergognosa pratica continua a mietere vittime in una zona, fra l’altro, che è densamente abitata e a due passi dai centri urbani. La denuncia è stata diffusa oggi a Firenze nel corso di una conferenza stampa promossa da WWF, LAV, Italia Nostra, Ceda.
I numeri
I numeri purtroppo parlano chiaro, tanto più che si riferiscono alla ‘punta dell’iceberg’ del fenomeno, cioè solo la piccola percentuale conosciuta dei casi realmente accaduti. Negli ultimi 3 anni i dati noti alle Associazioni, derivanti sia dalla lista delle denunce giunte alla Polizia Provinciale di Firenze sia da notizie raccolte in loco da persone direttamente colpite, indicano come nel Comune di Impruneta e nelle sue immediate vicinanze, sul versante di queste colline che si porta verso Firenze, sono conosciute almeno 20 avvelenamenti (singoli o multipli, spesso mortali) e/o di ritrovamento di esche avvelenate. Gli animali colpiti sono stati 15 cani, 1 gatto, 50 lepri, 1 volpe; in due casi sono state rinvenute esche avvelenate, fortunatamente rimosse prima che potessero espletare la loro macabra funzione. Altri animali, in particolare numerosi gatti, sono ‘spariti’ in modo molto sospetto. Sottolineiamo come tali numeri siano solo una piccola percentuale di quanto in realtà succede, perché ovviamente nulla si sa delle morti degli animali selvatici e anche per quanto riguarda gli animali domestici non tutti i casi vengono denunciati.
Le cause
Tanti dati e le sentenze di tribunali, oltre che l'intensificarsi degli avvelenamenti nei mesi primaverili o in quelli di fine estate (subito dopo e subito prima la stagione venatoria, in corrispondenza delle attività di ripopolamento di lepri e fagiani), le connessioni con istituti faunistico-venatori nonché il frequente recupero, durante le perquisizioni domiciliari, di trappole, tagliole, lacci, animali illecitamente abbattuti, armi e pallottole, indicano la responsabilità di alcuni ambienti venatori nella diffusione di questo fenomeno criminoso. Un fenomeno che anno dopo anno continua a portare ad una morte atroce un numero elevatissimo di animali domestici e selvatici. Come si sa, poi vi possono essere anche altre motivazioni alla base di questo triste fenomeno: l’insofferenza verso gli animali randagi, la volontà di tutelare pollame o altri animali domestici da possibili predazioni, le schermaglie fra cercatori di tartufi e simili, ma tutti i dati indicano come causa prevalente la persecuzione degli animali predatori operata da cacciatori laddove vengono effettuate attività di ripopolamento di fagiani e lepri per finalità di caccia. In particolare non va dimenticato che le leggi che disciplinano l’attività venatoria, soltanto dal 1977 prevedono il divieto di usare esche avvelenate fino ad allora consentite.
Le concause
Le concause sono l’indifferenza e la sottovalutazione nei confronti di questo crimine. Il fenomeno degli avvelenamenti continua perché ben poco si fa per contrastarlo. Le Istituzioni cosa fanno? Abbiamo solo pochi esempi di concreto impegno, come nel caso della Polizia Provinciale di Firenze che ha attivato un gruppo di lavoro specifico sul problema, cosa che ha permesso l’individuazione in numerosi casi dei responsabili degli avvelenamenti. Salvo questa rara situazione di eccellenza, in questi anni si è parlato di questo problema solo grazie a cittadini e a Associazioni che hanno voluto denunciare questo crimine nascosto e lavorare per contrastarlo. La stessa legge regionale su questo tema ormai nel 2001, resta in gran parte inapplicata. Dov’è la lista delle sostanze più usate dagli avvelenatori da sottoporre a restrizioni e controlli nel commercio? Dove sono le iniziative dei Comuni sulla messa in sicurezza delle aree colpite con tabellazione di pericolo e azioni di bonifica? Dove sono le attività di sensibilizzazione e messa a conoscenza della cittadinanza su questo pericolo che purtroppo ogni giorno è accanto a noi? Dove sono, salvo casi particolari e purtroppo limitati, concreti impegni da parte delle Forze dell’Ordine per contrastare efficacemente questo crimine? Dove sono azioni di ‘dissuasione’ del fenomeno andando ad incidere su quelle che sono le cause di questo fenomeno (in primis i legami che in molti casi si evidenziano con l’attività venatoria)?
Le richieste di WWF, LAV, Italia Nostra, Ceda
Le Associazioni e molti cittadini di Impruneta hanno nei giorni scorsi inviato una lettera al Sindaco in cui si richiede un forte impegno dell’Amministrazione comunale a contrastare il fenomeno, ad iniziare dalla tabellazione di pericolo delle aree colpite e da iniziative di bonifica di queste.
Lo stesso chiediamo a tutti i Comuni interessati dal fenomeno. E’ fondamentale avvisare la cittadinanza del pericolo, che ricade in primis sugli animali, ma potrebbe anche andare a colpire i bambini che possono giocare inconsapevoli in queste aree (o vogliamo aspettare che un bambino venga a contatto con queste sostanze?). Nello stesso tempo è importante dare agli avvelenatori un segnale che la loro azione non passa inosservata.
E’ necessario un potenziamento in genere degli organici delle Polizie Provinciali (attualmente senza dubbio inadeguati per svolgere i loro compiti di vigilanza sul territorio) e in particolare un loro aumentato impegno specifico sul tema degli avvelenamenti. Nello stesso tempo è importante che anche le altre Forze dell’Ordine facciano la loro parte e non considerino questo un crimine di secondo ordine. In questi ultimi anni sentenze di tribunali hanno finalmente dimostrato che per bocconi avvelenati si può essere condannati, togliendo quell’aura di impunità che fino ad oggi aveva caratterizzato questo crimine. E’ fondamentale continuare questo lavoro.
L’ordinanza Ministeriale 18 dicembre 2008 prevede un Tavolo di Coordinamento delle iniziative sul tema coordinato dalla Prefettura. A Firenze tale Tavolo si è riunito una sola volta. Chiediamo chetale Tavolo sia mantenuto attivo e operativo e funga da snodo delle azioni per contrastare questo crimine
Bisogna arrivare, e con urgenza, alla stesura da parte della Regione di quell’elenco di sostanze venefiche maggiormente utilizzate che è previsto dall’art. 10 della legge regionale in modo da sottoporre tali sostanze a commercio controllato (molte invece delle sostanze usate nei bocconi sono oggi di libero commercio e questo rende molto difficile risalire ai responsabili di tali atti criminosi)
Le istituzioni devono avviare concrete e diffuse campagne di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza, azione fondamentale per far conoscere il problema e creare un isolamento intorno ai responsabili
Si deve lavorare per individuare le cause del fenomeno, affrontarle apertamente e senza reticenze (in Toscana parlare in negativo di caccia per la maggior parte dei politici rimane ad oggi un tabù), individuare azioni che ne contrastino il legame con gli avvelenamenti. Fra queste un’azione fondamentale sarebbe introdurre il divieto di caccia e di attività agro-silvo-pastorali come la raccolta di funghi e tartufi nelle aree colpite da avvelenamenti e attivare con procedure rapide la sospensione o revoca dell’autorizzazione di istituti faunistico-venatori , laddove si riscontrino legami fra la presenza di questi e gli avvelenamenti.
Le normative vigenti specificamente sulla materia sia a livello regionale (LR 39/2001) sia a livello nazionale (Ordinanza ministeriale 18 dicembre 2008 – ‘Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati’) danno precisi compiti e doveri alle Istituzioni, Sindaci in primis. E’ ora che davvero ci si muova e con forza. Lo strazio delle morti da avvelenamenti deve sparire dalle colline di Impruneta e da tutto il nostro territorio.
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http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?r ... &content=1