[2015] Parco Nazionale del Gran Paradiso: 10-13 Settembre

[Duccio]

Se camminano non ci sono davvero problemi!

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Buon ultimo prende la parola l’organizzatore… Scusate, ma tornato dal campo ho avuto vicissitudini poco felici. Che ora si stanno risolvendo per il meglio.
Complimenti al gruppo, che non è stato ad aspettare – vedo che avete postato belle foto commenti e impressioni che rendono bene l’idea dei quattro giorni del campo. Non mi resta che aggiungere un mio resoconto.

Prima di tutto devo dire che è stato uno dei campi CLI con il più scarso contenuto lupino. Davvero elusivi questi lupi valsoanini, in tre giorni di perlustrazioni abbiamo trovato una misera fatta slavata. Sarà il territorio molto ampio e fittamente boscato oppure un branco particolarmente sfuggente, cosa peraltro testimoniata anche dai guardaparco, sta di fatto che i lupi questa volta li abbiamo solo immaginati. O sentiti dai racconti dei pastori. Oltre che nella relazione sulle attività di ricerca sul lupo svolte nel PNGP presentata da Elisa Avanzinelli, ricercatrice del PNGP per il monitoraggio del lupo.

Dicevo dei pastori, penso che l’incontro con il mondo degli alpeggi sia stato il vero punto forte del campo. Abbiamo attraversato ambienti di natura selvaggia (o apparentemente tale, in alcuni casi wilderness di ritorno) alternati a pascoli modellati da una secolare attività pastorale. In gran parte abbandonata, ma che ancora prosegue, anche nei valloni più difficilmente accessibili.

Soprattutto nella giornata di sabato, percorrendo il vallone di Servino, abbiamo incontrato tre margari con le relative famiglie. Tre realtà molto diverse: un allevatore di vacche da latte che produce tome, un piccolo gregge di pecore (un 60 animali), tenute come integrazione di altri lavori, e nella parte più alta del vallone un gregge di 500 pecore. Modalità diverse di praticare la pastorizia transumante, accomunate però da essere tutte forme di resistenza rurale. Talvolta residuale, appendice di una tradizione plurisecolare calata nella modernità; in altri casi una resistenza rurale che può giocarsi le sue chance anche nel futuro.

Credo che il gruppo abbia apprezzato molto l’incontro con questo mondo rurale, per certi versi così “esotico”, pur essendo dietro la porta di casa. All’Alpe Ghiavin abbiamo incontrato la famiglia di Felice con le loro 500 pecore. Siamo stati ben accolti e c'è stato un bello scambio, soprattutto con il figlio Michele. Abbiamo ascoltato le loro vicende con il lupo (che quest'anno non hanno visto), come svolgono il loro lavoro, le predazioni che hanno subito – una ventina di pecore nel 2010, poi, migliorando la sorveglianza, le perdite sono calate, due l’anno scorso e nessuna quest’anno. Abbiamo parlato dell’utilità dell’impiego dei cani da guardiania (per ora non utilizzati) e della recente iniziativa della nostra associazione in questo campo. Un bel confronto, pacato e cordiale, partendo da posizioni diverse, ma non necessariamente contrapposte, anzi con possibili convergenze...

Prima di passare a qualche immagine, voglio ancora ringraziare il numeroso gruppo che mi ha seguito per i sentieri della Val Soana, in un clima decisamente grigio e precocemente autunnale, che ci ha concesso di vedere ben poco del paesaggio e anche degli animali selvatici. L’ambiente umano è sicuramente il fattore decisivo di ciascun campo. Ogni campo ha un sapore diverso, si incontra qualche “vecchio” amico, si conoscono nuovi personaggi e si forma un’alchimia che regala sempre qualcosa di stimolante e coinvolgente.

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Arrivo alla borgata di Betassa. Quasi completamente diroccata, solo la casa in primo piano è in via di ristrutturazione con un approccio conservativo.

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Pausa ristoratrice alla fontana. Notare l'enorme vasca in pietra ricavata da un unico blocco.

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Insisto con le foto di giovedì pomeriggio, perché è stato un giro che mi è piaciuto molto. Un anello tra i boschi della parte bassa della valle di Forzo con ritorno attraverso i prati di fondovalle.
Qui muretti a secco per delimitare gli appezzamenti e allo stesso tempo opere di spietramento per avere più terreno coltivabile.

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Un bel bosco misto scende fino al bordo dei prati di fondovalle

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La mulattiera attraversa i prati del fondovalle protetti da poderosi muri a secco.

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Venerdì l'escursione più impegnativa, un anello molto panoramico nell'alto vallone di Campiglia. Se solo non avessimo camminato avvolti nella nebbia tutta la giornata... I primi non riuscivano a vedere la coda della lunga fila.
Ma non ci sono stati dispersi, tutti abbiamo fatto rientro alla base.

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Di tanto in tanto apparivano strane creature bicolori, con un atteggiamento tra lo stupefatto e il contemplativo...