Percentuale lupi morti.

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Stefano P
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Re: Percentuale lupi morti.

Messaggio da Stefano P » 08 dic 2012, 17:38

Stefano, Consigliere Canislupus Italia.

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pigrofalco
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Re: Percentuale lupi morti.

Messaggio da pigrofalco » 09 dic 2012, 19:19

Stefano P ha scritto:Scusate, forse non mi sono spiegato bene. Ci riprovo.
In Slovenia, grazie alla forte presenza di cacciatori sul territorio, si conosce l'home range approssimativo di diversi branchi di lupi.
Si programma l'abbattimento di tot. lupi ogni anno e, sulla carta, vengono "colpiti" i branchi che hanno manifestato maggiore attività predatoria nei confronti del bestiame da pascolo.
Per dirla in altre parole, le aree di abbattimento coincidono con le zone dove si registrano il maggior numero di attacchi al bestiame da parte dei lupi.
Che poi i lupi abbattuti siano proprio quelli che si mangiavano le pecore... non è dato saperlo.
Spero di non aver detto nulla di sbagliato. Se non vado errato, da quelle parti le cose vanno così. Che a noi piaccia oppure no.
Come avete fatto notare, "dare la caccia" al singolo lupo è estremamente difficile ed in molti casi pressoché impossibile. Infatti non viene fatto.
Non sto dicendo che quello che ho descritto sia il metodo migliore per gestire i conflitti, però è un metodo che viene applicato al di fuori dell'Italia.
Dal punto di vista economico sparare a una decina di lupi ogni anno non credo che sia così impattante (anzi) se a farlo sono i cacciatori piuttosto che squadre di personale specializzato.
Ciao, S..
Il punto è proprio questo Stefano, legalizzare e organizzare la caccia al lupo dal punto di vista formale e burocratico-legale (con tanto di cani in battuta etc ) è un conto, mentre concedere abbattimenti selettivi per danni da predazione effettuati dalla attuale (domani chissà) Polizia Provinciale è ben altra cosa. Siccome credo che per una serie di motivi sia difficile che ( e spero che non) arriveremo mai alla prima soluzione, sulla economicità della seconda ad opera magari di un ristretto gruppo di personale con la media di abbattimenti verosimilmente ipotizzabile ho molti dubbi, ovvero sono abbastanza certo del contrario.

Quindi è chiaro che se la pressione venatoria viene fatta da 1000 cacciatori che organizzandosi in battute o in carnai (orrendi...) insistono su di un'area la possibilità di abbattere un numero x di lupi in una certa unità di tempo è relativamente alta, se ad insistere sulla stessa area è il personale dell'ente quale che sia, con gli strumenti concessi dal quadro legislativo attuale, temo che non arriveremmo a nulla se non buttare via soldi pubblici.
Alessio Pieragnoli, Consigliere Canislupus Italia.

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Re: Percentuale lupi morti.

Messaggio da lorenzo lazzeri » 10 dic 2012, 09:52

L'ho scritto anche da altre parti e lo ripeto anche qui sul forum, finchè in Italia continueremo ad affidare la tutela e gestione del territorio e della fauna ai fucili dei cacciatori seguendo ( e non sempre ) le indicazioni del calendario venatorio, non andremo mai da nessuna parte, fortunatamente il lupo è specie protetta a livello comunitario.. a mio avviso le uniche soluzioni sono una contribuzione e un risarcimento totale per chi riceve il danno, delle campagne informative estese sopratutto verso i diretti interessati (i pastori) e la messa in opera di sistemi difensivi delle greggi, solo così facendo avremo sempre meno lupi che si "specializzano" nelle predazione di animali domestici, con gli abbattimenti potremmo raggiungere nell'immediato il risultato portando però ad altro tipo di sconvolgimenti. Tra l'altro vi garantisco che i pastori pensano già nonostante non sia consentito a farsi giustizia da soli, è capitato già qualche volta che qualcuno qui da me portasse la testa di un lupo davanti al comune oppure lo crocifiggesse a dei pali ovviamente l'animale era già morto e posso immaginare il far west che c'è nelle campagne, sinceramente visto che c'è una legge che difende il lupo andrebbe pure applicata, ma è l'ennesimo esempio che in italia ognuno può far ciò che crede senza pagarne le conseguenze!!!

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Stefano P
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Re: Percentuale lupi morti.

Messaggio da Stefano P » 10 dic 2012, 10:15

pigrofalco ha scritto:Il punto è proprio questo Stefano, legalizzare e organizzare la caccia al lupo dal punto di vista formale e burocratico-legale (con tanto di cani in battuta etc ) è un conto, mentre concedere abbattimenti selettivi per danni da predazione effettuati dalla attuale (domani chissà) Polizia Provinciale è ben altra cosa. Siccome credo che per una serie di motivi sia difficile che ( e spero che non) arriveremo mai alla prima soluzione, sulla economicità della seconda ad opera magari di un ristretto gruppo di personale con la media di abbattimenti verosimilmente ipotizzabile ho molti dubbi, ovvero sono abbastanza certo del contrario.
Quindi è chiaro che se la pressione venatoria viene fatta da 1000 cacciatori che organizzandosi in battute o in carnai (orrendi...) insistono su di un'area la possibilità di abbattere un numero x di lupi in una certa unità di tempo è relativamente alta, se ad insistere sulla stessa area è il personale dell'ente quale che sia, con gli strumenti concessi dal quadro legislativo attuale, temo che non arriveremmo a nulla se non buttare via soldi pubblici.
Non so dirti di preciso come viene organizzato il prelievo dei lupi in Slovenia.
Se ho capito bene, in alcune zone (stabilite a seconda dei danni al bestiame) viene aperta la caccia al lupo finché non viene raggiunta la quota di abbattimento prevista. A quel punto la caccia viene chiusa. Non so chi, in effetti, possa sparare... ma non credo tutti. Presumo ci sia un libretto di caccia per grandi carnivori (orso e lupo) rilasciato al termine di un corso. Mi informerò, per adesso concedimi il beneficio del dubbio.
Detto questo, non so quanto questa procedura sia (o possa) essere controllata dagli organi competenti (es. cacciatore accompagnato da guardiacaccia o figura simile), e sicuramente c'è la possibilità di fare grandi pasticci e danni inutili (vedi animali con zampe mozzate per colpo di arma da fuoco); ma soprattutto non credo che possa realmente ridurre i danni provocati dai lupi al bestiame, se non nel breve periodo.
Mi limito a osservare che questo è metodo di gestione che viene applicato in alcuni stati europei. Non ho detto che lo trovo valido o che andrebbe applicato in Italia. Sinceramente penso che abbattere pochi lupi non risolva il problema dei danni al bestiame.
Do ragione a Luciano quando prevede l'aumento dei conflitti di pari passo con l'aumento dei lupi.
Penso che in futuro, in Italia, verrà proposto un modello simile a quello descritto sopra. D'altro canto negli USA è stata recentemente riaperta la caccia al lupo, sempre per i soliti motivi.
Ciao, S.
Stefano, Consigliere Canislupus Italia.

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fiore955
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Re: Percentuale lupi morti.

Messaggio da fiore955 » 10 dic 2012, 12:38

Stefano P ha scritto: Dal punto di vista economico sparare a una decina di lupi ogni anno non credo che sia così impattante (anzi) se a farlo sono i cacciatori piuttosto che squadre di personale specializzato.
Questa ipotetica "soluzione" di fatto però accontenterebbe solo i "tiratori scelti" e pochi altri, ma non risolverebbe il problema delle predazioni, come non rappresenta la vera soluzione verso il ben più ampio "controllo" degli ungulati, se non un "contentino" alle associazioni venatorie. A meno di non prevedere l'abbattimento dell'intero branco, soluzione, mi pare, eticamente assai discutibile. Poi, il territorio così lasciato libero, sarebbe prima o poi ricolonizzato da esemplari in dispersione od appartenenti a branchi attigui, non risolvendo il problema della totale eradicazione locale altro che provvisoriamente, contrariamente a ciò che avverrebbe adottando idonei sistemi di prevenzione. In Slovenia, infine, nonostante le uccisioni consentite, stiamo comunque assistendo ad un apparente espansione della specie entro nostri confini, come la vicenda di Slavc testimonierebbe, non certo perchè là vengono presi a fucilate. Diciamo che, personalmente, credo che risolvere il problema delle predazioni in questo modo avrebbe più una valenza di carattere psicologico che pratico, verso gli allevatori interessati o verso i vari detrattori della specie, che vedrebbero finalmente infrangersi un tabù, ma offrirebbe anche un pericoloso alibi ad un ricorso "armato" ancora maggiore di quello già in atto di cui parla Lorenzo e difficilmente controllabile, stante l'attuale situazione di vulnerabilità del nostro paese e di declassamento, in atto, a serie B o C dei problemi da carattere ambientale o naturalistico, settori drasticamente ridimensionati dai tagli operati nelle ultime legislature .

Inerente l'argomento, già si comincia a scardinare:

http://www.geapress.org/caccia/linvasio ... uile/36095

GEAPRESS – Potrebbe essere la mancanza di soldi a fermare l’iter del provvedimento relativo al contenimento dei danni causati dalla fauna selvatica, la cui discussione è attualmente in atto presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. In altri termini è difficile definire il fondo di prelievo per risarcire gli agricoltori. “Caccia selvaggia“, avevano ieri denunciato ENPA, LAV, Legambiente, LIPU e WWF. Un provvedimento, cioè, travestito per consentire forme di caccia ormai sorpassate e dannose per l’ambiente. Caccia agli ungulati nei terreni innevati, ma anche potenziale rischio di apertura dell’attività venatoria ai danni di lupi, aquile ed orsi, dicono sempre le Associazioni.

Un provvedimento, però, che ha ricevuto un’ampia condivisione in seno al Comitato Ristretto, tanto da fare ben sperare nel passaggio dell’iter approvativo in sede legiferante. Niente passaggi parlamentari, dunque, ed immediata approvazione. Ora, però, le cose potrebbero complicarsi, visto che i fondi di copertura spesa sono un pò forati. O meglio, potrebbero esserlo meno, ma solo se si toglie per il rimborso di altri danni all’agricoltura.

Per risolvere il pasticcio, infatti, c’è chi ha proposto di prelevare dal Fondo di Solidarietà Nazionale, ovvero, per dirla con una battuta, quando si dovrà far fronte ai danni per calamità naturali o eventi eccezionali, si dirà agli agricoltori (il Fondo, infatti, è principalmente indirizzato ai danni ricadenti su colture agricole e zootecniche) di pazientare perché si sta pur sempre lavorando per loro. Sparando alle aquile, ad esempio, secondo la denuncia delle Associazioni. Oppure, come è stato sempre riferito in sede di Comitato Ristretto, si aumenta di un ulteriore 5% la tassa governativa della licenza di porto d’armi uso caccia. Insomma, chi vuole sparare a lupi ed orsi, mette in conto un 5% in più, sulle tasche di tutti gli armati colleghi.

La questione non è da poco, visto che la mancata copertura finanziaria potrebbe far scattare le obiezioni della Commissione Bilancio, ed a quel punto i tempi si allungano. Tanto per capire di cosa stiamo parlando, basti considerare che tra i numerosi ritardi del ddl 3129 (legge comunitaria 2011, portatrice del famoso articolo 14 sulla vivisezione) se ne annovera uno in particolare. Si tratta delle osservazioni della Commissione Bilancio del Senato. In questo caso (per sparare a lupi ed orsi) siamo alla Camera, ma il concetto è lo stesso.

Un provvedimento contestabile che riguarda, tra l’altro, anche nutrie e piccioni. Nel caso delle pennute colombelle il pensiero è arrivato, nella seduta dello scorso 4 dicembre, dall’On.le Giovanna Negro (Lega Nord) che assieme all’Onorevole Beccalossi (PdL), anch’essa componente della Commissione Agricoltura, si erano già distinte per l’impegno profuso in altra discussione. Era, allora, il depotenziamento dei ruoli della Guardie Zoofile volontarie delle Associazioni.

E dire che in Italia già esiste un meccanismo di rimborso agli agricoltori. Che motivo c’è di modificare la legge sulla caccia? Di questo, infatti, si tratta ora in Commissione. Specie protette e particolarmente protette che diventerebbero cacciabili.

Pericolo reale, dunque, quello del passaggio in sede legiferante, alla luce dell’ampia condivisione sul tema e di alcune “firme eccellenti”. Bisogna ora vedere cosa succederà con i soldi.

Cosa ha previsto, però, il Comitato ristretto per la reperibilità dei fondi? Si tratta della costituzione di un apposito fondo, presso il Ministero delle Politiche Agricole da alimentarsi con il famoso 5% della tassa sulla licenza di porto d’armi uso caccia. Curioso, poi, come viene modificato il Fondo di Solidarietà Nazionale. Le calamità naturali e gli eventi eccezionali sono così specificati: “ovvero dalla fauna selvatica, in particolare quella protetta“. Non i cinghiali, dunque, che già si possono impallinare quasi tutto l’anno, ma orsi, lupi ed aquile, come denunciato dalle Associazioni. Orsi, lupi ed aquile che diventano come la cavallette, bibliche naturalmente. Solo che quelle non erano protette.

Ovviamente il tutto sarebbe difficilmente attuabile se la gestione della fauna selvatica rimane come è ora, ovvero in mano allo Stato. Le Regioni ci tentano, ma i loro provvedimenti, come le cacce in deroga ipotizzate anche sui danni all’agricoltura, vengono cassati proprio dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio di Stato (in funzione se disposti per legge o atto amministrativo). Ed ecco fatto il miracolo. Ad occuparsi della gestione della fauna-danni all’agricoltura, saranno le Regioni. La quadratura del cerchio, dunque.

Solo che si sono scordati a contare i soldi.

A spingere per la sede legiferante (ovvero, approvato subito) sono stati in particolare il relatore, On.le Monica Faenzi (PdL), l’On.le Carlo Nola (PdL), l’On.le Sussanna Centi (PdL) che ha riferito di “tentare” e ritenendo “umiliante” non riuscire a far approdare il provvedimento, l’On.le Sandro Brandolini (PD) che vorrebbe il prelievo selettivo agli ungulati in terreno innevato.

Come avverrebbe, però, il passaggio in sede deliberante? Deve essere innanzi tutto proposto dal Presidente della Camera all’Assemblea. Prima, però, deve esserci la richiesta unanime dei rappresentanti dei Gruppi nella Commissione, oppure dai quattro quinti dei componenti della Commissione stessa. Ci deve essere inoltre l’assenso del Governo e comunque i pareri già espressi in una serie di altre Commissioni. Inoltre, quando di mezzo ci sono questioni di soldi (nel nostro caso di copertura finanziaria) devono esserci gli specifici pareri della Commissione Bilancio, della Commissione Affari Costituzionali e della Commissione lavoro.

Speriamo allora, dicono in casa animalista, che i tempi brevi auspicati in Commissione, non siano tali anche se il Presidente della Commissione On.le Angelo Zucchi (PD), ha dato mandato alla Relatrice di prendere contatto con i gruppi anche in via informale al fine di definire al meglio il testo per un veloce passaggio attraverso un iter definito non immediato. Detta così, sembra quasi di trovarsi innanzi ad una invasione biblica di orsi ed aquile da affrontarsi con un provvedimento particolarmente raccomandato. Quasi unto, insomma.


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