La storia del lupo Navarre

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fiore955
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da fiore955 » 11 mar 2012, 22:04

A Yellowstone ci sono stato Alessio, la "paura atavica" ivi presente nella sua fauna selvatica nei confronti dell'uomo è ad un livello ridottissimo rispetto a quella radicata nella nostra fauna, a partire dallo scricciolo per arrivare al cervo, secondo me il paragone non risulta possibile.

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Elisa
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Elisa » 11 mar 2012, 22:35

Premettendo e ripetendo come ho detto a Luciano che secondo me sarebbe necessario confrontarsi a quattr’occhi per affrontare certi argomenti, proprio perché non vi sono risposte universalmente valide e le sfumature sono molteplici, mi chiedo se, volendo disquisire a tal punto certi argomenti non si ricada nell’ambito della filosofia distaccandosi un po’ troppo dall’operatività.
Stiamo ancora parlando di un piattino, dentro il quale Navarre ha messo il muso prima ancora che io lo potessi appoggiare a terra, ma forse dall’esterno non ci si rende davvero conto di che cosa davvero si sta parlando.
Mi spiego meglio. Forse non è chiaro che quando parliamo di “terapia intensiva” è davvero una fase in cui l’animale non è autonomo e ci richiede un monitoraggio costante all’interno dell’infermeria a temperatura controllata. Nel caso specifico stiamo parlando di un animale in condizioni drammatiche, con una serie infinita di problematiche e tra queste basti ricordare una grave infezione che lo aveva portato ad un’intossicazione sistemica nonché alla nota paraparesi per la quale ci è stato segnalato. Cosa significa ciò? Vogliamo davvero dettagliare? Siamo in un forum che coinvolge anche molti tecnici, quindi credo si possa farlo ed entro in merito affinché tutti si rendano conto. Questo lupo, a causa della sua condizione, non era in grado di alzarsi e pertanto nemmeno in grado di spostarsi dal decubito per urinare e defecare.
E’ rimasto per 2 settimane su un “materassino” di gommapiuma che aveva lo scopo di evitare il peggioramento delle già esistenti piaghe e la formazione di nuove. Sotto di lui vi erano traversine assorbenti che dovevano essere cambiate più volte al giorno o per lo meno ogni qualvolta era sporco. Parliamo di un animale che è rimasto in flebo giorno e notte ininterrottamente per 15 giorni e al quale era necessario fare iniezioni per le diverse terapie. Quando dico che mi incanta la loro adattabilità mi riferisco proprio a questo, perché spesso nemmeno un cane accetta una tale condizione con la stessa pazienza e con la stessa dignità. Pazienza e dignità sono sentimenti esclusivamente umani? Vorrei potervi proiettare lo sguardo di questo lupo adulto quando, dopo essersi bagnato con la sua urina e sporcato con le sue feci mi guardava e mi permetteva (o come direi io “mi chiedeva” di cambiarlo). Mi sono spaccata la schiena durante queste operazioni e vi garantisco che vi è molto poco di egoistico e romantico in questo.
Secondo voi anche durante le manualità richieste per le indispensabili terapie, il lupo non sente e non riconosce gli odori? Abbiamo tutti presente cosa significhino gli odori per i lupi. Alle soglie del 2012 cosa dovremmo fare? ideare un robot che svolga queste manualità?
Come è possibile essere “discreti” con gli animali selvatici? Richiamo ciò che ho detto prima: “La serietà e la coscienza nell’intento dei propri gesti credo siano fondamentali e alla base di una corretta gestione della fauna selvatica”
Negli anni abbiamo avuto che fare con numerose scelte che ci hanno portato ad un’attenta operatività, ma ripeto, ogni animale sia un caso a sé.
Nei primi 2/3 giorni dopo il suo arrivo ho dovuto stimolare Navarre affinché si nutrisse, poiché in autonomia non lo faceva. Il primo pasto è stato di omogeneizzato dato con la siringa. Poi ha mangiato l’uovo e poi qualche pezzetto di carne di capriolo. Una volta che ha ripreso le sue funzioni intestinali ha di conseguenza ritrovato anche l’appetito. E ha iniziato a mangiare il pasto dalla ciotola. Ma quando richiedono tali attenzioni come potrebbe essere possibile isolarli al punto da non farsi vedere e sentire, soprattutto avendo ben chiaro il livello di “attenzione” del lupo?? Anche solo toccare la carne nella preparazione, seppur con i guanti, porterebbe la nostra “firma”. Parliamo di realtà o fantascienza? E ripeto, cosa si dovrebbe dire per tutti i rapaci imboccati o anche gli altri carnivori, i piccoli mammiferi e tutte le altre specie che hanno avuto bisogno di tali assistenze?
Credo un elemento discriminante e fondamentale da tenere sempre presente e che non è ancora stato citato, sia invece l’età dell’animale, sappiamo tutti quali siano le difficoltà gestionali quando ci si trova a dover crescere un piccolo, di qualsiasi specie, soprattutto durante la fase critica dell’imprinting (da qui l’esempio che ho riportato della sagoma imbalsamata di capriolo utilizzata per l’allattamento dei piccoli). Ma per un animale adulto è molto diverso.
Si potrebbe proseguire per ore, ma ripeto, la filosofia è una cosa, la realtà e l’operatività sono un’altra.
In coscienza, tenendo presenti i tanti “dubbi” che si hanno ancora su questa specie ma avendo chiare quali siano le necessarie manualità all’interno di un CRAS, nel caso del lupo Navarre abbiamo usato la massima cautela e attenzione possibile, nel rispetto della natura e delle condizioni dell’animale.
Navarre dopo 2 settimane dal suo arrivo e non appena quindi le sue condizioni sanitarie ce lo hanno consentito, è stato trasferito in una struttura ai margini del bosco “sorvegliato” da una foto trappola. La struttura è dotata di uno scorrevole divisorio che ci permette di entrare al suo interno per le necessarie operazioni di pulizia senza essere visti e di conseguenza senza entrare a contatto diretto con l’animale. Io sono l’unica persona che si occupa di lui e non sicuramente per “gelosia” ma proprio per limitare i contatti con il genere umano. Ad oggi si dimostra molto attivo e reattivo ma anche molto più schivo.
Ripeto, è valido solo ciò che è dimostrabile? Nella mia personale esperienza fortunatamente no, poiché – scusatemi - ma credo la vita, soprattutto nel mondo animale, sia molto di più di una mera e fredda dimostrazione e pur consapevole che ogni vissuto viene percepito in maniera soggettiva in funzione del nostro personale vissuto, credo siano universalmente validi gli insegnamenti del mondo animale.
Mi piacerebbe poter raccontare tanti episodi di quotidiana gestione al Centro, ma mi dilungherei troppo, quindi concludo con un racconto che ho fatto a Duccio pochi giorni fa e che credo dia la “misura” del “non misurabile” (scusate il gioco di parole): un volontario naturalista che ha svolto l’anno di servizio civile qui al Centro ha sempre avuto notevoli difficoltà nell’avvicinare gli ungulati in degenza. Pur essendo un ragazzo preparato (tesi di campo sui cervi), molto tranquillo, dai modi cauti e dal tono di voce molto basso, non appena entrava nei box di degenza per fare le terapie, scatenava sempre reazioni inaspettate negli animali e mortificato, molto spesso si trovava costretto a chiamarmi per intervenire in suo aiuto. Io entravo tranquillamente nei box senza che l’animale mostrasse segni di stress e soprattutto riuscendo a fare i trattamenti necessari. Non è l’unico caso, negli anni vi sono stati molti episodi di questo tipo dove gli animali in degenza permettevano le manualità solo ad alcuni operatori. Come spieghiamo “scientificamente” questi fatti?

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Luciano
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Luciano » 11 mar 2012, 23:12

Ciao Elisa, .. innanzitutto ben arrivata .. ;) e grazie per l'articolata, argomentata e in grandissima parte condivisibile ... risposta!

Ribadisco che le mie perplessità non intendono in alcun modo essere un'accusa ai CRAS ... ne tantomeno agli operatori che in questi centri prestano il loro importante e volontario lavoro.
Ho letto con attenzione ... e poi riletto il tuo interessante e bel messaggio; sono (come già detto) in linea con te, per la quasi totalità di quanto dici; dissento su un paio di punti e devo dire che alcune delle ragioni dei miei .... chiamiamoli dubbi .. li ha ben esplicitati anche Pigrofalco; provo a rielencarne un paio (prendendo spunto da quanto hai scritto) e ribadendo che la mia spero venga interpretata come critica costruttiva .... lungi dall'essere un giudizio di merito .... su una situazione poeraltro non vissuta personalmente.

Elisa ha scritto: .... E allora, anche grazie alla collaborazione con il Dott. Riccardo Fontana, oltre 10 anni fa abbiamo ideato una sagoma imbalsamata di capriolo che utilizziamo da allora per allattare i piccoli evitando l’imprinting..
operazione intelligente degna di grande risalto, .... perchè non fare altrettanto con Navarre?
Elisa ha scritto:..... Credo non sia serio valutare a priori la “recuperabilità” di un animale. Perché ognuno di loro, pur mantenendo costanti le caratteristiche di specie, è diverso. ...
Posso essere parzialmente d'accordo ... quando la situazione è difficilmente leggibile; probabilmente il caso di Navarre lo era ... ed ho infatti ammesso che era difficile effettuare a priori una valutazione delle difficoltà di deambulazione del lupo ... e soprattutto della loro causa. Per questo devo anzi scusarmi (con te ... con Leo ... e con tutti gli operatori del CRAS) per aver espresso un giudizio "a caldo" decisamente troppo categorico.
Torniamo però a parlare più in generale dei criteri di valutazione ... e dei "protocolli" (il termine non mi piace ... ma li chiamano tutti così) comportamentali da tenere durante la detenzione.
Elisa ha scritto:..... Credo che nel Dovere della nostra scelta, di quella scelta che noi dobbiamo fare per loro, vi siano diversi fattori da tenere presenti e primo tra tutti è il loro benessere ...

Anche questa frase è molto bella ... e sicuramente condivisibile; ho però dei dubbi circa la nostra capacità di sapere qual'è il loro benessere. Credo sia fondamentale mettere sul piatto della bilancia ... la loro grande avversione per qualsiasi forma di cattura e detenzione (diversi caprioli ad es. muoiono di stres durante le operazioni di cattura); ho partecipato una volta alle catture ... non lo rifarò!
Elisa ha scritto:..... Proprio la scorsa settimana mi sono trovata, alle 3 di notte a dover scegliere con il resto dello staff del Centro per un’eutanasia di un giovane lupo. Un animale meraviglioso, in salute che purtroppo ha avuto un brutto incontro con un’automobile che travolgendolo gli ha fratturato irrimediabilmente la colonna vertebrale. Non è stato facile, ma nessuno di noi ha avuto dubbi, era una scelta inevitabile, soprattutto quando la risonanza magnetica ha fornito una precisa diagnosi.
Ma ora sarò provocatoria io: Tu Luciano, se ti fossi trovato davanti a Navarre che ti guardava negli occhi cosa avresti fatto? Senza alcuna certezza diagnostica, senza alcun dato certo tu procederesti a priori con un’eutanasia? ......
Io ho un grosso difetto Elisa, .... non faccio differenze fra Navarre ..... un daino ... un cinghiale ... ecc.
Mi sono trovato ancora in condizioni simili ... ad esempio un daino con la schiena spezzata (caduto da un piccolo dirupo durante un combattimento) ... al mio avvicinarsi (pensavo fosse ferito "normalmente") ... ha ripetutamente cercato di allontanarsi ... utilizzando solo le zampe anteriori; ... ho capito che aveva la schiena spezzata e sono rimasto impietrito per qualche minuto; ... ho pensato di ucciderlo in qualche modo ... ma oltre a commettere un reato ... non avrei avuto il coraggio, e non sapevo neppure come. Mi sono allontanato ho chiamato un amico alla forestale ... è arrivato con un veterinario e gli hanno praticato un'iniezione letale.

Non molto tempo fa ho trovato (all'interno del Parco) un cinghiale maschio adagiato in una pozza di fango ... non reagiva (come avrebbe dovuto) al mio avvicinarsi .... ho pensato ad un animale particolarmente confidente ... ed ho iniziato a riprenderlo girandogli attorno .... osservandolo posteriormente ho intavisto alcuni visceri uscire da sotto la gamba post. ... e avvicinandomi un po' di più ... il foro di un proiettile sul fianco in alto. Ho capito che si trattava di un cinghiale uscito (non indenne) da una braccata ... e che era riuscito a rifugiarsi nel parco .. facondo molta strada e cercando di lenire il dolore nel fango; anche in quel caso mi sono allontanato e ho avvertito le guardie; .... ma un cinghiale è brutto sporco e cattivo .... e non merita neppure l'eutanasia; mi hanno semplicemente detto che sarebbero forse andati a controllare il giorno dopo .... :evil:

Elisa ha scritto:..... Gli esami fatti a Navarre e tra questi anche le analisi genetiche dell’ISPRA ci hanno dato informazioni incredibili e inaspettate su di lui e sulla sua storia. Che valore dare a questo? .....
.............
........ E rispondendo al tuo “quali vantaggi porterà alla specie il "salvataggio" di questo lupo? .... Quali benefici ha portato al lupo stesso?”
Posso risponderti con assolutamente certezza che l’inaspettato eco avuto da questa storia nonchè il ruolo educativo e di sensibilizzazione verso la grande massa e soprattutto verso i bambini a mio avviso non ha valore! .....
Qui Elisa, mi dispiace, ma non sono d'accordo; non dobbiamo "sfatare" l'immagine del lupo cattivo ... facendo vedere che mangia un uovo in un piattino, tenuto in mano da una ragazza, ... questo non giova al lupo ... perchè non rispecchia la realtà; ... e a proposito di "protocolli comportamentali" ... mi pare che non siamo in linea.

Elisa ha scritto: .... Ma sai che stanno facendo vedere il video di Navarre nelle scuole? Ci hanno contattato tantissimi insegnanti e stiamo avendo molti riscontri.
............. Non credi che il valore del messaggio che sta portando questo lupo sia un “vantaggio”?
...............
...............L’uomo ha bisogno di “riavvicinarsi” in maniera più “sana” alla Natura e credo che questo lupo a modo suo stia accorciando questa distanza e sfatando molti miti. E’ un ambasciatore per la sua specie, ma non solo ....
...........Un ragazzo mi ha scritto: Navarre nell’immagine che mangia l’uovo dal piattino ha smontato tutto in una volta il lupo cattivo degli articoli di giornale che stavano circolando ultimamente.
.. e sono ancora meno d'accordo su questo, ... non è il modo giusto di accorciare le distanze fra uomo e natura .... serve realismo, Navarre è una bella storia, se vogliamo, ma non è la realtà! Ai lupi non bisogna dare da mangiare nei piattini ... ne avvicinarsi per fare amicizia ... loro non lo gradiscono! Per "smontare il lupo cattivo" ... serve il lupo com'è, .... se si agisce in questo modo ... si rischia di ottenere l'effetto contrario.
Elisa ha scritto: ... A volte però mi piacerebbe capire cosa vi sia nell’immaginario rispetto ai protocolli di gestione; al Centro di protocolli ve ne sono molti e credimi devono essere assolutamente rispettati, ma un animale durante la “terapia intensiva” del primissimo periodo di degenza e quindi in un periodo di assoluta criticità, quando ancora non è autonomo e deve essere costantemente monitorato, come credete possa essere curato e alimentato senza vedere in senso assoluto l’uomo? I contatti sono necessari ma devono essere finalizzati solo ad una necessità e nulla di più ...
Ora non vorrei essere "critico" più del dovuto, ... ma pensi veramente che fosse necessario l'uovo nel piattino? .... Davvero mi dici che non è stata una sorta di ricerca di gratificazione?

Scusami la sincerità, la pignoleria ... e le critiche; ma se sono servite a far sì che tu scivessi in questo forum, .... sono contento di averle espresse.
I dubbi e le perplessità, se analizzate e confutate con la pacatezza e la disponibilità al confronto che hai mostrato, sono sicuramente un buon viatico per migliorarci.


L.


P.s. mi scuso con tutti quelli che hanno risposto dopo, .... ho letto molto velocemente ... e non ho valutato a dovere quanto scritto; capirete che avevo un forte stimolo a rispondere ad Elisa :) ... ora mi rileggo tutto con calma.

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hycanus
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da hycanus » 11 mar 2012, 23:14

Brava Elisa, concordo pienamente con te e con il tuo operato, nonchè quello di tutto il personale convolto nella riabilitazione di questo selvatico.
E' chiaro e altrettanto logico che nella fase critica i contatti con il personale siano inevitabili. E' già successo in altre occasioni e mi sembra che, per i casi di riabilitazione finalizzata alla reintroduzione in natura conclusosi positivamente, non sia mai successo nulla di eclatante. E mi riferisco alla liberazione di ligabue, o al lupo trovato avvelenato, riabilitato e liberato nel parco nazionale appennino tosco-emiliano e chiamato "reno".
Piuttosto mi preoccupa di più (se sarà possibile naturalmente), non tanto la liberazione in se stessa, quanto il fatto che sarà eseguita con l' inserimento di un collare satellitare al collo dell' animale. I miei dubbi si concretizzano nel pensiero o se volete nella supposizione che un selvatico sociale come il lupo, munito di un radiocollare possa non essere nuovamente accettato dal branco. Ancora non credo sia disponibile una documentazione di quello che succede dopo l' apposizione dello strumento da un punto di vista "sociale" quindi di accertamento del reinserimento nel branco di origine o di altri. Certamente vengono monitorati gli spostamenti, ma non è dato di sapere se ci sono altri lupi al suo fianco. Certo si può supporre qualora l' animale stazioni permanentemente in un dato home range territoriale. Si può senz' altro escludere se invece macina km come ha fatto ligabue o come sta facendo il lupo sloveno che sta transitando in questi giorni in Trentino...spero di essere smentito. :)
Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perché è parte della stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima, il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto. (Tiziano Terzani)

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Luciano
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Luciano » 11 mar 2012, 23:22

DanieleC ha scritto: dove sono i casi documentati ,di animali selvatici recuperati e poi reimmessi ..morti ammazzati...?
non credo che Navarre se verrà reimmesso in natura torni a cercare l'uomo,
voglio dire.... sono sensazioni ?oppure dietro a queste paure ci sono documentazioni.....?
... e dov'è la documentazione che Navarre non sarà più confidente con l'uomo?
Hai la sensazione che non tornerà a cercare l'uomo ... oppure dietro a questa convinzione ci sono delle documentazioni?

Stiamo parlando tutti di "sensazioni" ... non abbarbichiamoci dietro a richieste di documentazioni.

L.

P.s. di ungulati rilasciati dopo detenzione poi morti ammazzati ... o diventati pericolosi ... potrei farti un discreto elenco.

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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Luciano » 11 mar 2012, 23:31

Elisa ha scritto: ..... Stiamo ancora parlando di un piattino, dentro il quale Navarre ha messo il muso prima ancora che io lo potessi appoggiare a terra, ma forse dall’esterno non ci si rende davvero conto di che cosa davvero si sta parlando ....
Più che del gesto in se ..... della necessità di mostrarlo "al mondo" ... come prova del fatto che il lupo è buono.

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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Luciano » 11 mar 2012, 23:37

Elisa ha scritto: ..... Nel caso specifico stiamo parlando di un animale in condizioni drammatiche, con una serie infinita di problematiche e tra queste basti ricordare una grave infezione che lo aveva portato ad un’intossicazione sistemica nonché alla nota paraparesi per la quale ci è stato segnalato. Cosa significa ciò? Vogliamo davvero dettagliare? Siamo in un forum che coinvolge anche molti tecnici, quindi credo si possa farlo ed entro in merito affinché tutti si rendano conto. Questo lupo, a causa della sua condizione, non era in grado di alzarsi e pertanto nemmeno in grado di spostarsi dal decubito per urinare e defecare.
E’ rimasto per 2 settimane su un “materassino” di gommapiuma che aveva lo scopo di evitare il peggioramento delle già esistenti piaghe e la formazione di nuove. Sotto di lui vi erano traversine assorbenti che dovevano essere cambiate più volte al giorno o per lo meno ogni qualvolta era sporco. Parliamo di un animale che è rimasto in flebo giorno e notte ininterrottamente per 15 giorni e al quale era necessario fare iniezioni per le diverse terapie ......
Ritieni che questi motivi ... sommati all'inevitabile sofferenza dovuta alla detenzione, non siano sufficienti ad ipotizzare l'eutanasia come "male minore".
In fondo la domanda che ho posto è fondamentalmente questa; se ritieni di no .... e ne fornisci le ragioni (non emotivo-affettive ;) ) posso o meno condividere il tuo pensiero ... ma credo anche tu possa capire le mie perplessità.

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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da DanieleC » 11 mar 2012, 23:52

Luciano ha scritto:
DanieleC ha scritto: dove sono i casi documentati ,di animali selvatici recuperati e poi reimmessi ..morti ammazzati...?
non credo che Navarre se verrà reimmesso in natura torni a cercare l'uomo,
voglio dire.... sono sensazioni ?oppure dietro a queste paure ci sono documentazioni.....?
... e dov'è la documentazione che Navarre non sarà più confidente con l'uomo?
Hai la sensazione che non tornerà a cercare l'uomo ... oppure dietro a questa convinzione ci sono delle documentazioni?

Stiamo parlando tutti di "sensazioni" ... non abbarbichiamoci dietro a richieste di documentazioni.

L.

P.s. di ungulati rilasciati dopo detenzione poi morti ammazzati ... o diventati pericolosi ... potrei farti un discreto elenco.
ho risposto a Giovanni Todaro che dava quasi la sua convinzione per certa che quel lupo se reimmesso in natura finirà morto è li' che ho chiesto se ci sono casi documentati....(non mi abbarbico su nessuna richiesta)
Su Navarre non ti posso dire niente non prevedo il futuro......(era meglio) :D

Quale altra soluzione secondo te si potrebbe far adottare ai CRAS affinchè la degenza dei selvatici sia il piu' naturale possibile?
Ascoltateli. I figli della notte... quale dolce musica emettono. (Dracula di Bram Stoker)
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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Luciano » 12 mar 2012, 00:14

DanieleC ha scritto: .... Quale altra soluzione secondo te si potrebbe far adottare ai CRAS affinchè la degenza dei selvatici sia il piu' naturale possibile?
Nel caso di Navarre penso ...... nessuna; .... condizioni troppo "devastate" per poter ipotizzare qualcosa di diverso.
Negli altri casi ritengo vengano adottate gran parte delle misure idonee ad ottimizzare il rapporto fra ... necessità di cura ... e minor interferenza possibile.

Forse non si è capito bene che non intendo assolutamente criticare il modo in cui gli operatori dei CRAS eseguono il loro lavoro, ... non ne avrei neppure la dovuta competenza.
Ho espresso la mia opinione circa l'opportunità o meno di "salvare" animali in condizioni decisamente catastrofiche, ... inoltre (se si parla di "dovere di assistenza")non condivido la suddivisione in animali di serie A e di serie B.

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Re: La storia del lupo Navarre

Messaggio da Elisa » 12 mar 2012, 00:57

Potrei dettagliare la risposta e riempire altre pagine del forum ma, come ho già detto, ritengo che oltre un certo confine si faccia filosofia perché poi la realtà è altro.
Come si può paragonare l’allattamento dei piccoli ungulati con l’alimentazione di un carnivoro adulto???? :o
Tutti a parlare ancora del piattino e dell’uovo? Si parla solo del lupo e di un gesto servito in una fase iniziale per farlo mangiare. E gli altri animali che necessitano di essere imboccati? Come dovremo fare? Proveremo ad esercitarci con la telecinesi! ;)
Poiché decine di persone ci chiedono come reagiscono alla cattività gli animali selvatici, perché non far vedere "al mondo" qual è la realtà soprattutto quando si spiegano le fasi del recupero?
E se questo messaggio è così sbagliato, mi chiedo come mai nessun bambino ci ha chiamato per venire a fare le coccole a Navarre? Ma al contrario abbiamo ricevuto numerose mail per sapere come stava e se poteva tornare libero? Il fatto che l’uomo possa in qualche modo “avvicinarsi” con rispetto agli animali per aiutarli e rimediare in parte ai danni fatti non è una lezione? Mi parli di Natura non toccata… io ti capisco Luciano ed è tra gli argomenti che trattiamo nelle scuole e con bambini che vengono in visita qui; non sai le discussioni con certa gente (esempio gli ungulati raccolti nei boschi poiché ritenuti abbandonati), io sono tra le più agguerrite e rigide rispetto a questi argomenti … Ma come si fa? Siamo nel 2012 e credo sia utopia immaginare un mondo animale non toccato dall’uomo quando ormai abitazioni e habitat si intrecciano. E allora, come insegna Duccio, non ritieni sia meglio insegnare alla gente e ai bambini come poter convivere con essi senza necessariamente dover fare quel terrorismo che spesso porta a gesti estremi?
Parlando del tuo “difetto” Luciano io credo che questo in realtà ci avvicini molto di più di quanto non immagini perché, condivisibile o meno, ma qui al Centro non facciamo differenze tra un riccio, un capriolo o un lupo (io peraltro sono una grandissima amante degli ungulati). Tutti meritano il nostro intervento e meritano di essere Rispettati.
Il benessere animale è un argomento complesso ma di sicuro io credo che il primo principio alla base di questo sia proprio il Rispetto dell’animale. So che tu pensi che fargli “sopportare” certe cure non sia rispettoso, ma in questo scusami, ti dico che non vi può essere un giudizio in merito senza un’esperienza diretta e posso dirti anche che, molte persone del tuo parere, si sono ricredute vedendo come reagiscono gli animali alle cure. Ma ricordiamo che cura è molto diverso da accanimento.
Se Navarre non avesse dimostrato precocemente di riprendersi sia dal punto di vista comportamentale che fisico e soprattutto se non si fossero visti margini di “guarigione” avremmo scelto per lui l’eutanasia che non è stata assolutamente esclusa a priori e che come ti ho detto non esitiamo ad utilizzare laddove si riveli necessaria.
L’essere una ragazza e amante degli animali non significa che io sia un'emotiva che prende decisioni in funzione unicamente delle proprie sensazioni. Perchè la vita del Centro è molto dura e bisogna “farsi le ossa”.Ogni giorno abbiamo a che fare con la vita e la morte e le viviamo in maniera molto più ravvicinata di quanto non sia capitato a te probabilmente. Molti volontari mi chiedono come io faccia ad “essermi abituata” alle morti… La realtà è che non ci si abitua, la rabbia in molti casi rimane ma, per me prevale il desiderio di porre fine alle sofferenze dell’animale se questo non ha margine di recupero.
La mia gratificazione più grande? Di sicuro non è quella di vedere un animale mangiare dalle mie mani, non ho 15 anni e non vivo di storie romantiche, la gratificazione più grande è vedere l’animale mangiare, ritrovare l’appetito (che in cattività per i selvatici significa volontà di vivere), riprendersi e nel caso di Navarre vederlo oggi distante dall’uomo con comportamenti da predatore. Vederlo sporco di sangue aver letteralmente divorato - "da manuale" - una carcassa di capriolo questo mi da gioia e soddisfazione. Sapere che la morte di quella femmina di capriolo gravida di due piccoli morta in un incidente stradale in qualche modo sia stata "utile" e abbia chiuso in parte il cerchio, questa per me è la gioia più grande. E questa non è fantasia è realtà, quella che viviamo ogni giorno.
Con ciò credo di aver espresso sin troppo dettagliatamente il mio pensiero, perciò vi lascio ad ogni altra disquisizione in merito e rinnovo l’invito ad organizzare un bel gruppo per farci visita la prossima primavera occasione in cui potremo confrontarci guardandoci negli occhi. Buonanotte a tutti Elisa

P.S: Dimenticavo, per rispondere alle altre domande: F16 , Isabel, una lupa di 10 mesi recuperata dal nostro CRAS nel 2005, radiocollarata e rilasciata dopo nemmeno 3 giorni di degenza qui ( e pure lei aveva mangiato l’uovo! :lol: ) è un esempio di operazione ben riuscita. E’ ritornata nel suo branco e dopo una brevissima dispersione ha trovato un compagno. Ultimo campionamento dall’ISPRA nel 2007 e ultimi avvistamenti nel 2009 sul versante toscano.

Pur consapevole del discreto elenco di gentaglia che ancora cresce i cervidi come cagnolini ( e io mi infurio!!!), noi abbiamo altri dati (non sensazioni) rispetto a cervidi che dopo esser stati da noi allevati e curati, sono stati inseriti all’interno di alcuni aree protette dove non hanno mostrato nessun tipo di confidenza con l’uomo! Ma ne parliamo un’altra volta!


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