into the wild italiano- la stampa

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manzone gianfranco
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into the wild italiano- la stampa

Messaggio da manzone gianfranco » 26 gen 2011, 23:00

Lascia tutto per la montagna
Trovato morto dopo 9 anni
La storia
STEFANO SERGI
PONT-SAINT-MARTIN
SCOPERTO PER CASO
Il suo corpo è stato visto
da due operai che ripulivano
un rudere abbandonato
I resti di un giovane pugliese rinvenuti in una baita in Val d’Aosta
MEDITAVA IN SOLITUDINE
Il ragazzo era stato notato
più volte: girava per le valli
leggendo la Bibbia
Soffriva
di cuore
Tra le cose
ritrovate
nella baita
diroccata
anche un referto
medico
che descriveva
i problemi
cardiaci del
ragazzo
Into the wild
La vicenda è identica a quella
di Christopher McCandless
Amava tradurre i pensieri
e le riflessioni in una
pioggia di appunti e
preghiere che lo accompagnavano
nei suoi
viaggi un po’ mistici, da un luogo
religioso all’altro: chiesette, cappelle,
santuari. La sua casa era una
tenda, il letto un sacco a pelo e il resto
dell’arredamento era affidato
alla natura in cui amava immergersi
in totale solitudine.
Andrea Giardino, un giovane
originario di Lucera (Foggia), nel
2002 all’età di 27 anni scelse di incamminarsi
nel mondo portandosi
dietro la Bibbia e uno zaino, molto
tempo prima che il film «Into
the wild» facesse il giro del pianeta
raccontando l’affascinante e
tragica scelta di Christopher Mc-
Candless, studente-modello della
West Virginia che abbandonò tutto
e tutti per intraprendere un lungo
viaggio alla ricerca del Grande
Nord e delle terre selvagge, finendo
per morire nelle lande desolate
e gelide dell’Alaska.
Andrea ha scritto la parola «fine
» della sua introversa esistenza
nello stesso modo, i suoi resti (e la
sua tenda) li hanno trovati ierimattina
due uomini che stavano ripulendo
dalle erbacce una baita diroccata
e sperduta sullemontagne della
Bassa Valle d’Aosta, a due passi
dal Piemonte.
Il ragazzo pugliese si era inerpicato
fino a Oley, una riserva naturale
a monte di Pont-Saint-
Martin, a circa novecento metri di
quota, immersa nel nulla, solo prati
e boschi e uno stagno dove si riproduce
il tritone, un piccolo anfibio.
Andrea aveva trovato riparo
nella baita semidistrutta e nascosta,
forse durante un temporale perché
la sua tenda canadese azzurra è
stata trovata all’interno del rudere,
insieme con il sacco a pelo, lo zaino,
una giacca e i suoi amati biglietti
con pensieri e preghiere. Sul muro
che il tempo ha scrostato, aveva affisso
un’immagine di Gesù.
L’ultimo capitolo della vita di Andrea
l’hanno scritto verso mezzogiorno
di ieri Piero Roveyaz e Roberto
Sandretto, entrambi di Pont-
Saint-Martin, saliti fin lassù a Oley
per ripulire dalle erbacce proprio
lo spiazzo attorno a quella baita diroccata.
Erano lì per fare un favore
alla proprietaria della costruzione.
Impossibile raggiungere il rudere,
era completamente avvolto dalle
sterpaglie. Una volta completata
l’opera, Piero Roveyaz ha visto
spuntare due taniche di plastica
dall’ingresso della baita. Incuriosito,
si è avvicinato e, all’interno dell’anfratto,
ha trovato le ossa.
Sul posto sono arrivati poco dopo
anche i carabinieri, i resti del ragazzo
sono stati recuperati e trasferiti
in camera mortuaria per le analisi.
Forse verrà fatto anche il test del
Dna, ma ci sono ben pochi dubbi sull’identità
di quello scheletro. Carabinieri,
forestalima anche la gente della
zona si ricorda di quel ragazzo
che, nei primi mesi del 2002, gironzolava
in Bassa Valle d’Aosta all’imbocco
della vallata di Gressoney.
Scriveva di continuo, e alla sera
montava la tenda dove capitava.
Aveva la Bibbia, la sua penna e il taccuino,
e questo gli bastava. La gente
lo osservata un po’ incuriosita, ma
nulla di più. Andrea non infastidiva
nessuno, si sentiva un uomo libero e
viveva come tale, a volte anche troppo.
Nell’ultimo periodo scelse l’oasi
naturale di Oley per bivaccare e in
un’occasione lo fermarono proprio i
Forestali, invitandolo a non montare
la tenda canadese in quella zona
«perché è un’area protetta, non si
può campeggiare». Lui si spostò senza
batter ciglio, ma nessuno vide in
quale direzione.
Un bel giorno sparì dalla circolazione,
ci furono un po’ di ricerche
ma di quello strano ragazzo arrivato
dal Sud nessuno trovò traccia. E dopo
qualche tempo, anche le ricerche
cessarono. Andrea era a pochi metri
da dove l’avevano visto l’ultima volta,
lo stagno di Oley. Tra i fogli trovati
ieri mattina in quel rudere c’è anche
un referto medico, parla di problemi
cardiaci del ragazzo. La fine,
per Andrea, è arrivata in totale solitudine.
E nessuno, negli ultimi nove
anni, ha mai messo piede in quella
baita diroccata, fino a ieri mattina
quando un raggio di sole ha fatto capolino
tra la vegetazione, illuminando
un corpo consumato dal tempo e
dalla solitudine.

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poggioallorso
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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da poggioallorso » 27 gen 2011, 05:44

tristissima storia a leggerla, ma forse, per andrea, preda di un misticismo solitario, la vita non è stata triste. forse egli ha goduto i luoghi, i silenzi, la compagnia del vento e della solitudine..

per esperienza personale, so quanto sia "pericoloso" immergersi troppo e troppo a lungo nell'isolamento della natura.. l'uomo è un essere da branco, e se si allontana dai punti quotidiani di riferimento rischia di divenire introverso, scontroso, rischia di vivere una realtà interiore tutta personale abitata da sensazioni che possono portare all'alienazione...
la natura, con le sue leggi, i suoi silenzi, le sue regole spietate... il linguaggio misterioro degli animali... i giochi instancabili delle stagioni... la mente umana, immersa in tutto questo troppo a lungo, subisce sollecitazioni completamente differenti da quelle che avrebbe in un contesto sociale. si perde il termine di confronto e ci si avventura verso regole nuove. è come avere un foglio bianco su cui scrivere dove sono scomparse le righe....

non è facile spiegare tutto questo, e non è facile nemmeno viverlo....
beatrice
Bea

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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da pigrofalco » 27 gen 2011, 11:32

poggioallorso ha scritto: per esperienza personale, so quanto sia "pericoloso" immergersi troppo e troppo a lungo nell'isolamento della natura.. l'uomo è un essere da branco, e se si allontana dai punti quotidiani di riferimento rischia di divenire introverso, scontroso, rischia di vivere una realtà interiore tutta personale abitata da sensazioni che possono portare all'alienazione...
la natura, con le sue leggi, i suoi silenzi, le sue regole spietate... il linguaggio misterioro degli animali... i giochi instancabili delle stagioni... la mente umana, immersa in tutto questo troppo a lungo, subisce sollecitazioni completamente differenti da quelle che avrebbe in un contesto sociale. si perde il termine di confronto e ci si avventura verso regole nuove. è come avere un foglio bianco su cui scrivere dove sono scomparse le righe....
splendido, brava.
Alessio Pieragnoli, Consigliere Canislupus Italia.

"Percorse convinto le strade dell'equilibrio e ogni volta che si trovò di fronte al bivio che indicava l'onestà tirò dritto, pensando ad uno scherzo."

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Gibbo
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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da Gibbo » 27 gen 2011, 14:31

Storia che suscita in me una preghiera per lui a quel dio che cercava o forse aveva ben trovato.....

Concordo con Alessio.... molto belle le tue parole Bea, si capisce che a tuo modo conosci questa esperienza.
La consapevolezza della mia ignoranza fa si che non mi fermi mai nella strada della conoscenza.

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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da poggioallorso » 27 gen 2011, 15:39

Quando devi parlare a voce alta, per sentire il suono della parola umana... quando il fruscio delle foglie è l'unico a riempire i vuoti della mente... quando ti perdi, affogando, negli occhi di un cavallo... quando il gioco dei cani ti fa sorridere e giochi con loro per non giocar da sola... quando anche davanti al tuo dolore o alla tua gioia gli alberi restano immobili, divini e muti a guardarti e niente si preoccupa di te, mentre le fronde intorno, come le stagioni, fanno il loro corso crudelmente indifferenti al tuo sentire... quando riempi gli spazi verdi infiniti a piedi e conti i passi per contare il tempo che non passa invece... quando il silenzio diventa un rombare muto ed il vento un respiro tolto al tuo stesso fiato...quando i colori che si stampano negli occhi sono solo quelli delle stagioni e la luce quella del sole ed il buio quello della notte, senza artefizi...quando comprendi che tutto vive e sopravvive senza te, mentre tu non vivresti senza il tutto... beh, sei molto vicino a dio, e molto lontana dal mondo.

Eppure, un percorso in solitaria spesso non è un percorso egoistico, ma anzi, una via di sensibilizzazione e di riscoperta della dimensione umana….
bea
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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da manzone gianfranco » 27 gen 2011, 20:38

anchio, come Gibbo, ho pregato per loro, li ammiro , una parte di me vorrebbe fare come loro han fatto , seguire fino in fondo i propi ideali senza arrivare a compromessi , compromessi cui ogni giorno dobbiamo sottostare, senza voltarsi indietro e vivere di natura e libertà ....... però ha ragione Bea, la solitudine è un arma a doppio taglio, la cerchi molte volte e ti fa migliorare interiormente , ma forse, come i lupi , anche nel nostro dna sta scritto che il " branco" è la nostra vera casa.............

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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da vigorius » 31 gen 2011, 23:39

L’americano chris, l’italiano andrea, staccandosi dal “branco” e dal “disagio”dei contatti
Umani e incamminandosi in completa solitudine alla ricerca di dio. Uno nelle immense
E bellissime terre selvagge dell’alaska. L’altro tra le chiesette e vallate alpine altrettanto
Belle. Guarda caso nella regione del gran paradiso e del mont blanc. Secondo me,
consapevoli o meno, non cercavano il divino, ma in realtà…la morte!
Bisogna mangiare per vivere, e gli uomini, i lupi, da soli non ce la fanno a procurarsi
Il cibo sufficiente alla vita per un lungo tempo. Concordo pienamente con Beatrice
Che un percorso in solitudine arricchisce e sensibilizza la nostra dimensione umana.
Le sue bellissime parole, il suo limpido pensiero,ne sono l’esempio. È altrettanto
Vero però, che i monaci, gli eremiti, i santoni, e tutti i solitari che si isolano dal mondo,
hanno bisogno del “branco” per sopravvivere e continuare a meditare e pregare.
Anche chi, ammirevolmente e lodevolmente, sceglie di vivere in modo eco-sostenibile
Abitando in montagna o in campagna, una vita quasi-solitaria,deve “scendere a compromessi”
Con il “branco”. Io credo che noi si cerchi il divino nel posto sbagliato.
Lo cerchiamo nella bellezza delle montagne,nel silenzio dei boschi,nelle onde del mare,
nel cielo azzurro o stellato,nei fiori,nel vento, nelle bellezze della natura.
Ma forse dio non abita nella bellezza,
forse abita nella bruttezza
abita forse, fra la gente che si affanna, che soffre,che ama. Abita tra le nostre contraddizioni,
le nostre imperfezioni, i nostri difetti,la nostra pochezza. Abita tra le persone che amiamo,
nei figli, nei familiari,tra gli amici. Nel cosiddetto grigiore quotidiano,nel…”branco”.
Forse abita dentro di noi.
Vig
Saverio Gori, Consigliere Canislupus Italia.

"Chi più alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna" Walter Bonatti

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Messaggio da poggioallorso » 01 feb 2011, 13:38

quando si sente forte un richiamo interiore, credo sia importante modulare questo richiamo anche con il ragionamento per non divenire vittime di se stessi e delle proprie pulsioni e per poter percorrere con gioia la strada desiderata, in un gioco di equilibri sottile quanto decisivo. solo in questo modo sarà fruttuosa anche la scelta più alternativa e sarà immune da vittime inocenti....
bea
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Re: into the wild italiano- la stampa

Messaggio da franco » 01 feb 2011, 14:37

Appunto, forse non sono vittime. Credo che ogni giorno speso in ciò che si crede specie in modo tanto estremo valga una vita.
"Ci sedemmo dalla parte del torto perchè ogni altro posto era stato occupato"

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Messaggio da poggioallorso » 01 feb 2011, 14:55

si, forse hai ragione franco... se vivi come desideri, anche un solo giorno, allora hai vissuto. e qui si ritorna alla scelta soggettiva ed indiscutibile. bisognerebbe chiedere a loro....
bea
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