il 1°progetto per la gestione degli ibridi lupo cane
Inviato: 02 set 2011, 19:09
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http://www.canislupus.it/forum/
Scusate lo sfogo ma oltre due milioni di euro per gli obiettivi descritti e per le aree in questione è davvero una provocazione di questi tempi. Dal quadro economico vedo ad esempio che sono previsti qualcosa come 60.000 euro per un sito web con due posts al giorno; per il pastore significa 100.000 litri di latte... Succederà che qualcuno di quelli arrabbiati se ne accorge, alza un polverone e ci finiscono nel mezzo i tecnici che per due lire si sbattano per fare cose concrete ed utili, mentre i soliti biologi da Life saranno già a progettare da qualche altra parte....Luciano ha scritto:Letto con attenzione!
Mi viene un unico commento .... maremma maialaaaaa!
Ciaoo
P.s. sempre i soliti vicino alla greppia ... quando arriva cibo!
Dal punto di vista scientifico trovo quantomeno discutibile l'assunto per cui gli ibridi minaccerebbero l'identità genetica del lupo, così come l'altro per cui gli attacchi agli ovini siano direttamnente proporzionali alla presenza degli ibridi.franco ha scritto:Quallche tempo fa avrei pensato: "Beati loro", oggi mi sto formando l'idea che questi progetti facciano male alla causa del lupo o più in generale delle specie target inserite nella lista dei progetti life; per gli argomenti che ha ben riassunto Duccio.
Infatti non capisco a cosa si riferiscono quando parlano del fatto che l'ibridazione è un fenomeno diffuso. E' un fenomeno che va approfondito nella sua accezione quantitativa, questo si ma farne un aromento per un life mi pare sorprendente. Poi anche il fatto che il fenomeno aumenti la probabilità di predazioni su ovini mi fare una teoria un po' tirata. Forse, ma forse, laddove ci sono più lupi e più predazioni e più facile che ci siano ibridi per almeno un paio di motivi:pigrofalco ha scritto: Dal punto di vista scientifico trovo quantomeno discutibile l'assunto per cui gli ibridi minaccerebbero l'identità genetica del lupo, così come l'altro per cui gli attacchi agli ovini siano direttamnente proporzionali alla presenza degli ibridi.
I dati di letteratura (a me) noti, riassunti nell'interessante relazione tecnica salvata in sez. studi scientifici (lavori recenti di Randi et al. 2006) e della quale vi copio le 'conclusioni' dicono che:franco ha scritto: Infatti non capisco a cosa si riferiscono quando parlano del fatto che l'ibridazione è un fenomeno diffuso. E' un fenomeno che va approfondito nella sua accezione quantitativa, questo si ma farne un aromento per un life mi pare sorprendente.
Poi anche il fatto che il fenomeno aumenti la probabilità di predazioni su ovini mi fare una teoria un po' tirata. Forse, ma forse, laddove ci sono più lupi e più predazioni e più facile che ci siano ibridi per almeno un paio di motivi:
1) C'è interazione tra lupo e attività antropiche agro-pastorali con conseguente maggiori possibilità di interazione lupo-cane
2) Dove avvengono predazioni si ha maggior possibilità di effettuare analisi genetiche per l'attribuzione della predazione con conseguente reperibilità di eventuali ibridi
Quindi la scelta di proporre un tale tipo di indagine e di investimento a fronte dei risultati ottenuti finora sull'introgressione genetica (assente, con ibridazione invece al 5%) è certamente opzionabile dal punto di vista scientifico quanto d'altra parte discutibile.[...]Per ciò che concerne l’ibridazione, sebbene tutti gli studi presi in esame dimostrino che lupi e cani
appartengono a gruppi geneticamente distinti, l’isolamento riproduttivo non è completo e sono
state osservate alcune introgressioni nei lupi con diversi livelli di mescolamento.
L’analisi Bayesiana di mescolamento (Randi e Lucchini, 2002) mostra che c’è un basso flusso
genico tra lupo e cane, almeno nelle ultime generazioni.
L’analisi di mescolamento per il Linkage Disequilibrium (Verardi, Lucchini, Randi 2006) è riuscita a
dimostrare che il mescolamento tra lupo e cane avviene almeno da 140-210 anni. La differenza tra
i due studi è data principalmente dal fatto che l’utilizzo di loci associati è in grado di identificare
eventi di mescolamento antichi in maniera più efficiente di quanto non sia possibile con l’utilizzo di
markers non associati.
È interessante notare che i lupi che presentano introgressione sono per lo più confinati ai margini
dell’areale di distribuzione della specie in Italia (Verardi, Lucchini e Randi 2006).
Nonostante l’ibridazione, lupi e cani randagi rimangono geneticamente distinti, il che suggerisce
che l’introgressione in natura è fortemente contrastata dalla selezione o da fattori ecologici.
Lo studio di Verardi, Lucchini e Randi (2006) conclude che l’introgressione per ibridazione,
sebbene protratta nel tempo, sia di limitata entità e non rappresenti una minaccia all’integrità del
pool genetico del lupo italiano.
Sebbene non rappresenti un pericolo immediato, non possono essere esclusi allo stato attuale
delle conoscenze problemi di conservazione legati all'introgressione.
Randi (2008) rileva le difficoltà di indagare i fenomeni di ibridazione ed afferma che ai fini della
conservazione sono disponibili meno informazioni di quelle necessarie per controllare la diffusione
degli animali randagi. Per questo suggerisce che vengano attuate azioni di monitoraggio genetico
(con diffusione dei dati ottenuti). Lo stesso autore suggerisce anche l’implementazione di protocolli
di analisi ufficiali, finalizzati ad identificare popolazioni pure o ibride (sia in natura che in cattività)
attraverso l’utilizzo di marcatori di DNA e analisi di mescolamento.
Programmi di valutazione dell’ibridazione possono essere usati per mappare la distribuzione di
popolazioni naturali prive di introgressione e sostenere la loro conservazione in condizioni
selvatiche.
Riferimenti bibliografici
L. Boitani. Genetic considerations on wolf conservation in Italy. Italian Journal of Zoology, (1984)
51: 3, 367 — 373
E. Fabbri, C. Miquel, V. Lucchini, A. Santini, R. Caniglia, C. Duchamp, J.M. Weber, B. Lequette, F.
Marucco, L. Boitani, L. Fumagalli, P. Taberlet and E. Randi. From the Apennines to the Alps:
colonization genetics of the naturally expanding Italian wolf (Canis lupus) population. Molecular
Ecology (2007) 16, 1661–1671.
V. Lucchini, E. Fabbri, F . Marucco, S . Ricci, L. Boitani and E. Randi. Noninvasive molecular
tracking of colonizing wolf (Canis lupus) packs in the western Italian Alps. Molecular Ecology
(2002) 11, 857–868.
V. Lucchini, A. Galov and E. Randi. Evidence of genetic distinction and long-term population
decline in wolves (Canis lupus) in the Italian Apennines. Molecular Ecology (2004) 13, 523–536
E. Randi. Detecting hybridization between wild species and their domesticated relatives. Molecular
Ecology (2008) 17 , 285–293
E. Randi and V. Lucchini. Detecting rare introgression of domestic dog genes into wild wolf (Canis
lupus) populations by Bayesian admixture analyses of microsatellite variation. Conservation
Genetics (2002) 3: 31–45.
A. Verardi, V. Lucchini and E. Randi. Detecting introgressive hybridization between free-ranging
domestic dogs and wild wolves (Canis lupus) by admixture linkage disequilibrium analysis.
Molecular Ecology (2006) 15 , 2845–2855