Tovoli, Resto del Carlino e "gli incroci da salotto".

Sezione dedicata al Consiglio Direttivo di Canislupus Italia

Moderatore: giovanni1968

Rispondi
Avatar utente
pigrofalco
Consigliere Canislupus Italia
Messaggi: 6066
Iscritto il: 23 set 2008, 02:08
Località: Firenze
Tovoli, Resto del Carlino e "gli incroci da salotto".

Messaggio da pigrofalco » 04 gen 2014, 01:00

Mi domando se il Tovoli si sia reso conto di quale assist ha offerto a gente come Corti
https://www.facebook.com/michele.corti1

e agli estremisti di cui pullulano le cronache maremmane, facendo affermazioni che allo stato attuale sono prive di ogni fondamento comprovato. Senza trascurare il paio di altre primizie etologiche che piazza in corso d'intervista.

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna ... ista.shtml

<<Bologna, 2 gennaio 2014 - Il sentiero dei lupi s’inerpica sulle colline di Monte Sole, nell’Appennino bolognese, tra le lapidi delle stragi e una boscaglia fitta, attraversata dagli animali che si muovono più liberamente, al crepuscolo. Binocolo e macchina fotografica. Ma bisogna ‘accontentarsi’. Anche qui, come nel parco dei laghi, incroci daini e caprioli, insomma le prede. Il predatore si tiene alla larga. Inseguito non solo dalla rabbia di allevatori e cacciatori ma anche dalla curiosità di fotografi e appassionati che s’avventurano di notte nel bosco a caccia di emozioni.

Di lui si vedono le impronte, quelle sì belle nitide, con il segno delle unghie ben stampato sulla terra. "Li avete avvistati?", s’informa un ragazzo prima di sparire su per un sentiero. Poi, di colpo, nel silenzio interrotto solo dal vento, ecco l’ululato. Nel Bolognese oggi si contano un centinaio di lupi. Così la Provincia ha assoldato gli specialisti, cani maremmani superaddestrati nel fare la guardia. "Abbiamo già dato il primo a un allevatore, ne arriveranno altri", annuncia Lorenzo Rigacci, biologo del servizio tutela e sviluppo fauna. Altri sistemi incruenti: reti elettrificate e scacciacani. "Non si può vivere con la paura del lupo — riconosce Rigacci —. Anche se non è pericoloso per l’uomo, non ci sono casi di aggressioni da due secoli. Però oggi che è più tutelato è diventato più confidente e si avvicina alle case. Stiamo lavorando per evitare l’esasperazione". In effetti poco lontano da qui, in Maremma, è strage di lupi... "Mi auguro proprio di non arrivare a quello", fa gli scongiuri. Ma la convivenza è possibile? "Io ci credo", è la spinta di Rigacci. Che poi deve passare anche a saldare i danni. Solo quest’anno quasi 19mila euro. Ma vai a sapere quante capre e quante pecore sono da mettere in conto a cani randagi o ibridi.

Sono tornati ma non si vedono. "Girano di notte e stanno alla larga dall’uomo. Normale, dopo secoli di persecuzione". L’uomo dei lupi si chiama Alberto Tovoli, è un veterinario e vive a Camugnano, sull’Appennino bolognese. Da dieci anni, appena può, si arma di obiettivo fotografico e scappa nel bosco. Aspetta per ore. Con pazienza, per passione. Sa tutto dei branchi. Come si muovono e quando vanno a caccia. L’appuntamento è per domenica mattina alle 7 nel parco dei laghi. Pioggia a vento, freddo polare. Insomma, un tempo da lupi. Solo che il predatore-predato, più astuto di chi lo vorrebbe incontrare, sta nella tana.

Dottor Tovoli, quante uscite in dieci anni?
"Un centinaio".

E quanti incontri ravvicinati?
"Due-tre all’anno. Nulla di strano. Ci saranno cinque-sette esemplari ogni cento chilometri. Come trovare il classico ago in un pagliaio".

Però il lupo fa più polemica. L’uomo deve averne paura?
"No, lui scappa. Diverso è l’ibrido commerciale. Questo è un problema serio".

Parla di incroci.
"Sì, ci sono allevatori, anche in Italia, che accoppiano cani-lupo cecoslovacchi con i lupi. Esemplari che arrivano a costare anche cinquemila euro".

Risultato?
"Finché il cucciolo ha due mesi va tutto bene. Ma quando cresce e comincia a mostrare il suo lato selvatico, può diventare completamente ingestibile".

E ce lo ritroviamo nel bosco.
"Proprio così. La gente prima pretende di avere il lupo in salotto e poi se ne libera. Non è una leggenda, ci sono i sequestri della Forestale a dirlo. E questi ibridi, come i cani randagi, sono più pericolosi perché non hanno paura dell’uomo".

Ma le stragi di pecore a chi le mettiamo in conto?
"A tutti e tre, non si riesce a distinguere".

Sull’Appennino bolognese si calcola vivano un centinaio di lupi. Quanti sono in Emilia Romagna?
"Duecento, nelle statistiche ufficiali. Ma secondo me quel numero è sottostimato".

Ottenuto seguendo le tracce di quel che l’animale lascia in giro. La mappatura sul campo è più affidabile.
"Ad esempio si usa il sistema del richiamo, da agosto a settembre. I cuccioli rispondono al ‘finto’ ululato. Così si viene a sapere quanti sono i branchi. La media è di sette individui per comunità".

Sull’Appennino bolognese è comparso anche il lupo nero.
"Probabilmente la variazione del colore è dovuta a un incrocio antico".

Con le sue ricerche lei cosa vuole dimostrare?
"La mia è semplicemente una passione, nata dal lavoro. Studi i cani e arrivi lì".

Il lupo si porta dietro un carico di mistero e paure.
"Eppure è timidissimo, leale, profondamente sociale. Ha un grande senso del branco e una cura assoluta dei piccoli. Né feroce né sanguinario".

Meno simpatico quando sbrana pecore e caprioli, non solo cinghiali.
"È un predatore, uccide per mangiare. E sceglie gli animali più deboli non i più belli, come fanno i cacciatori".

In Maremma stanno cercando un serial killer che li prende a fucilate.
"La persecuzione continua".

Anche gli allevatori però hanno le loro ragioni. Stragi di pecore...
"Li capisco, bisogna lavorare soprattutto sulla prevenzione e sui sistemi non violenti. Convivere si può. Il problema non si risolve con lo sterminio".

Si lamentano dei lupi anche i cinghialai. Concorrenza sleale.
"Non è un dramma se prendono qualcosa in meno".

E in futuro come sarà?
"Come ora, il lupo continuerà a scappare. Non è né buono né cattivo. È un predatore e così dev’essere trattato. Con rispetto".

Rita Bartolomei
Alessio Pieragnoli, Consigliere Canislupus Italia.

"Percorse convinto le strade dell'equilibrio e ogni volta che si trovò di fronte al bivio che indicava l'onestà tirò dritto, pensando ad uno scherzo."

Avatar utente
Luciano
Consigliere Canislupus Italia
Messaggi: 2670
Iscritto il: 23 set 2010, 06:08
Re: Tovoli, Resto del Carlino e "gli incroci da salotto".

Messaggio da Luciano » 04 gen 2014, 16:55

Commenterò quando la mia mente sarà più lucida ... e meno annebbiata dalla rabbia, conseguente al fatto di continuare a leggere "castronerie" più o meno grosse ... espresse da "personaggi" più o meno pubblici.

L.

Avatar utente
Duccio
Presidente Canislupus Italia
Messaggi: 6227
Iscritto il: 24 ago 2008, 14:52
Re: Tovoli, Resto del Carlino e "gli incroci da salotto".

Messaggio da Duccio » 05 gen 2014, 15:54

A seguito dell'azione dello scorso mese del nucleo investigativo del CITES, che ha portato al sequestro di alcuni animali ritenuti ibridi in alcuni allevamenti (ma siamo ancora in attesa di riscontri laboratoriali!) vengono fuori articoli di questo genere, e si rischia quindi di introdurre nel già complicato quadro fantafaunistico, pregno di sensazionalismo e ignoranza, anche questa entità, gli "ibridi da salotto". E' certo che esistano, ma il loro numero e la diffusione è talmente limitata che addebitare a questi il problema della conservazione genetica del lupo o peggio ancora il problema, gestionale, delle predazioni, è per me davvero fuorviante. Un animale che viene acquistato all'estero per cifre che possono raggiungere i 5.000 euro è verosimile che poi venga liberato nei boschi? Ne è mai stato trovato qualcuno? Quanti lupi morti sono stati trovati con tracce di ibridazione con lupi esotici (che ne sappia io, 1 in oltre 10 anni di campionamento).
Non vorrei che con questi "ibridi da salotto" si creasse una inedita e involontaria complicità; da una parte chi vuole scagionare il lupo, sempre buono a tutti i costi, e chi invece vuole dimostrare che il lupo ormai ha perso la propria integrità genetica per meritare lo status di protezione che gli viene accordato.

da: http://www.iltamtam.it/2014/01/01/non-l ... he-umbria/

Mezzi cani e mezzi lupi sul Peglia?
di: Redazione | 01/01/2014
Da accoppiamenti clandestini tra lupi e cani lupo cecoslovacchi si sarebbero generati ibridi, che potrebbe avere comportamenti diversi dal lupo, che è abituato a scappare alla vista dell’uomo e si muove in branco

Mezzi cani e mezzi lupi sul Peglia?
L’ipotesi che dietro le stragi di animali di allevamento in Umbria, ma anche in Maremma ed in Emilia Romagna, ci fosse qualche cosa di strano prende consistenza, secondo quanto riferito tempo fa dall’agenzia stampa Gea Press.
In particolare, in Umbria, ad essere al centro dell’attenzione la zona del Peglia, dell’Orvietano e dell’Appennino umbro – marchigiano con la colpa invariabilmente addossata al lupo appenninico, specie protetta

Secondo quanto comunicato dalla Forestale, in Italia potrebbero essere stati importati lupi di provenienza estera per essere fatti accoppiare con cani lupo cecoslovacco, che hanno un grande e ricco mercato.

Il cane lupo cecoslovacco, spiega la Forestale, ha la tempra, la mentalità e l’addestrabilità di un pastore tedesco e la forza, le caratteristiche fisiche e la resistenza di un lupo.

Il rischio, al di là delle singole responsabilità che dovranno passare al vaglio della Magistratura, è che da qualche parte si possa essere creato un animale che non è più lupo, ma neanche di un cane di razza lupo cecoslovacco.
Un ibrido, cioè, che potrebbe avere comportamenti diversi dal lupo, che è abituato a scappare alla vista dell’uomo e attacca animali isolati solo quando è disperato per la fame ed in branco.
L’ibrido sarebbe anche molto più prolifico, fino a 20 cuccioli l’anno, e ciò spiegherebbe la diffusione delle segnalazioni di attacchi

Secondo la Forestale si sarebbero verificati in natura fenomeni riproduttivi dovuti alla diffusione accidentale di esemplari ibridi.
L’ipotesi però più incredibile è quella di un lupo nord americano, che si sarebbe spesso trovato libero nei boschi dell’Appennino accoppiandosi con il lupo selvatico italiano e generando ibridi facenti ormai parte della fauna selvatica del nostro paese.

Per adesso otto allevatori hanno subito la perquisizione domiciliare e dovranno ora difendersi dalle accuse contestate di falso in atto pubblico, detenzione di specie protetta, violazione delle normative CITES (Convenzione di Washington che tutela le specie di flora e fauna in via d’estinzione) e violazione della legge sulla caccia.

Sequestrati in tutto 37 cani in allevamenti toscani, piemontesi, calabresi, campani ed emiliani. Ad intervenire il Corpo forestale dello Stato del Servizio Cites Centrale di Roma oltre che i Nuclei della Polizia Ambientale e Forestale di ben otto province.

Se ciò dovesse essere confermato gli allevatori danneggiati dovrebbero prendere di mira altri che non le istituzioni pubbliche.

Non è da escludere neanche gli ibridi siano stati generati dall’incrocio tra il lupo appenninico locale con cani lupo abbandonati nelle zone.
In ogni caso a causare il problema sarebbe stata la mano dell’uomo.
Duccio Berzi, Presidente Canislupus Italia.

"Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c'è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso". D.L.Milani

Avatar utente
pigrofalco
Consigliere Canislupus Italia
Messaggi: 6066
Iscritto il: 23 set 2008, 02:08
Località: Firenze
Re: Tovoli, Resto del Carlino e "gli incroci da salotto".

Messaggio da pigrofalco » 05 gen 2014, 16:42

Duccio ha scritto:A seguito dell'azione dello scorso mese del nucleo investigativo del CITES, che ha portato al sequestro di alcuni animali ritenuti ibridi in alcuni allevamenti (ma siamo ancora in attesa di riscontri laboratoriali!) vengono fuori articoli di questo genere, e si rischia quindi di introdurre nel già complicato quadro fantafaunistico, pregno di sensazionalismo e ignoranza, anche questa entità, gli "ibridi da salotto". E' certo che esistano, ma il loro numero e la diffusione è talmente limitata che addebitare a questi il problema della conservazione genetica del lupo o peggio ancora il problema, gestionale, delle predazioni, è per me davvero fuorviante. Un animale che viene acquistato all'estero per cifre che possono raggiungere i 5.000 euro è verosimile che poi venga liberato nei boschi? Ne è mai stato trovato qualcuno? Quanti lupi morti sono stati trovati con tracce di ibridazione con lupi esotici (che ne sappia io, 1 in oltre 10 anni di campionamento).
Non vorrei che con questi "ibridi da salotto" si creasse una inedita e involontaria complicità; da una parte chi vuole scagionare il lupo, sempre buono a tutti i costi, e chi invece vuole dimostrare che il lupo ormai ha perso la propria integrità genetica per meritare lo status di protezione che gli viene accordato.
Quoto nel modo più assoluto.
Alessio Pieragnoli, Consigliere Canislupus Italia.

"Percorse convinto le strade dell'equilibrio e ogni volta che si trovò di fronte al bivio che indicava l'onestà tirò dritto, pensando ad uno scherzo."


Rispondi

Torna a “Consiglio Direttivo”