L'occasione mancata...

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michimor
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L'occasione mancata...

Messaggio da michimor » 07 gen 2009, 22:22

Ciao,segnalo questa discussione sul forum di Luciano riguardante un "trappolaggio mancato".Nei giorni scorsi ha trovato una daina predata e in parte consumata....conoscendo la diffidenza dei nostri amici,ha deciso di posizionare la scout ad una certa distanza...la mattina dopo la carcassa era sparita,nessuna registrazione utile...purtroppo questa volta sono stati più furbi di noi....

questo il link:
http://arif.forumfree.net/?t=25428312&st=105


Mi piacerebbe conoscere l'opinione di Duccio e Erreotto... esperti "trappolatori" e di chiunque abbia avuto esperienze simili sul posizionamento migliore in un caso come questo...e se ci sono stati casi di abbandono...e in genere come comportarsi in presenza di una carcassa per sfruttare al massimo l'occasione
grazie e scusate la segnalazione di un'altro forum...sembrava un'ottimo spunto per alcune riflessioni

p.s. mi ha detto Luciano di salutarvi e che prima o poi farà un giro da queste parti... :D

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Federico
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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Federico » 07 gen 2009, 22:37

Ciao Moreno,
ben vengano le segnalazioni!
Luciano aveva postato anche su NaturaMediterraneo ma mi sono completamente dimenticato di segnalare il topic!
Storia incredibile, attendo anch'io il parere degli esperti.
Un saluto a Luciano, sarà un piacere averlo ogni tanto da queste parti.
Federico
Il lupo non è né buono né cattivo, ma è lì, splendido come la natura selvaggia, e vuole restare libero.

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Duccio » 08 gen 2009, 10:39

Ciao, l'esperienze sulle carcasse sono discordanti.
La mia esperienza personale è che quando ci tornano sono super accorti e basta niente perchè evitino di tornarci.
Anche nel caso in cui si eviti del tutto di sporcare olfattivamente l'area e si usino tutte le accortezze è assai difficile riuscire ad fare avvistamenti o ottenere foto o filmati.
Solo 1 volta sono riuscito a rifotografare un lupo su una carcassa di pecora, ma era un giovane e molto sprovveduto, e comunque è stato immortalato nel percorso che portava sulla carcassa e non su questa.
La loro attività di caccia è continua, per cui se riescono a trovare altro da mangiare evitano di tornare sulle carcasse.
Questo è quello che succede da noi, ed è quello che è accaduto alle carcasse dei caprioli di cui ho postato alcuni video. In quel caso il giorno seguente dalla predazione dei caprioli venne predata una capra, e i lupi evitarono di tornare (o anche di avvicinarsi, visto che l'area era tutta piena di fango e le impronte sarebbero state osservate) sui caprioli ancora freschi.
In altre zone le cose sono diverse: in Molise ho visto cose che non immaginavo lontanamente, con lupi che vanno a disseppellire carcasse varie, dove l'area è piena di odori e di segni di umani.
Anche nel bolognese 100Fanti mi racconta che ottengono con facilità filmati di lupi su carcasse utuilizzando animali trovati morti lungo le strade.
Questo conferma l'estrema variabilità comportamentale della specie, che a distanza di pochi km può avere abitudini del tutto diverse.

Per quanto riguarda il mancato funzionamento della scout, può dipendere da molti fattori. E' frequente che i PIR (tutti) facciano cilecca, a questo bisogna abituarci, così come agli scatti a vuoto. Si attivano in base alla differenza di temperatura nello spettro visivo, per cui se il lupo era a temperatura simile a quella ambientale è normale che non si attivi.
Oltre a ciò c'è la variabile delle batterie, del settaggio della sensibilità, etc. Il PIR della Scout secondo me è un pò "duro": probabilmente settato per temperature fredde. E' consigliabile lasciarlo settato su high, altrimenti rischia di non attivare la unità di ripresa.

Un salutone a Luciano e alla Franca, spero ci sia presto l'occasione per rivedersi!

ciao, d.
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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Icebranch » 08 gen 2009, 14:22

Scusate l'OT, ma sono nuovo del forum e non so dove inserire questa domanda :oops:
Ho letto dei wolf howling che vengono utilizzati come richiamo, ma c'è qualche video o registrazione dei lupi che rispondono al richiamo?
Qualcuno di voi sa dirmi della reale esistenza del lupo nel parco nazionale del Cilento?
Io abito in provincia di Salerno, e dicono che qualche esemplare ci sia ma non ho mai visto alcun video nè foto che documentino l'evento.

Scusate le troppe domande e soprattutto l'OT
Francesco

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da hycanus » 08 gen 2009, 14:32

Ciao Francesco e benvenuto, probabilmente esisteranno delle registrazioni di risposta da parte dei lupi agli ululati indotti...per il momento ti segnalo questo topic del forum che descrive le emozioni che abbiamo provato ad ascoltare un branco ululare! Ciao!

viewtopic.php?f=13&t=138
Sento questa mia vita che sfugge, ma che non sfugge, perché è parte della stessa vita di quegli alberi. Una cosa bellissima, il disfarsi nella vita del cosmo ed essere parte di tutto. (Tiziano Terzani)

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Duccio » 08 gen 2009, 14:48

Ciao e benvenuto.
Registrazioni di ululati di risposta ce ne sono molte, anche sul web ne puoi trovare alcune di buona qualità.

Nel Parco del Cilento sono stati svolti degli studi sul lupo e sulla Lontra dall'Università di Roma - La Sapienza.
Questa estate ci sono stati diversi attacchi al bestiame domestico, su questo forum puoi trovare diverse segnalazioni anche di allevatori che avevano avuto danni a bovini. C'è anche tra i vari messaggi la storia della lupa Petina rinvenuta ferita dopo gli incendi estivi e poi liberata nel Parco.

ciao, d
Duccio Berzi, Presidente Canislupus Italia.

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da michimor » 09 gen 2009, 00:01

Questo conferma l'estrema variabilità comportamentale della specie, che a distanza di pochi km può avere abitudini del tutto diverse.



Questa variabilità comportamentale può dipendere dall'area che frequenta?...ad esempio ,un branco che vive nelle colline bolognesi sarà più "abituato" alla presenza dell'uomo, rispetto ad uno che vive in un'area estremamente selvaggia tipo la ris. integr. di Sasso Fratino...;la disponobilità alimentare(sia domestica che selvatica)può essere un fattore rilevante?...esiste nell'arco dell'anno un periodo in cui il lupo ha maggiore facilità a "trovare" cibo?..esistono ricerche in merito?..mi verrebbe da pensare che l'inverno sia la stagione più favorevole,viste le difficoltà per gli ungulati...potrebbe essere il periodo con più probabilità di abbandono della carcassa?...scusate le numerose domande
ciao e grazie

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Icebranch » 09 gen 2009, 09:13

Duccio ha scritto:Ciao e benvenuto.
Registrazioni di ululati di risposta ce ne sono molte, anche sul web ne puoi trovare alcune di buona qualità.

Nel Parco del Cilento sono stati svolti degli studi sul lupo e sulla Lontra dall'Università di Roma - La Sapienza.
Questa estate ci sono stati diversi attacchi al bestiame domestico, su questo forum puoi trovare diverse segnalazioni anche di allevatori che avevano avuto danni a bovini. C'è anche tra i vari messaggi la storia della lupa Petina rinvenuta ferita dopo gli incendi estivi e poi liberata nel Parco.

ciao, d


Grazie per il benvenuto e le info!
Sugli attacchi al bestime è stato dimostrato che era lupo? Qui su questo fatto ci giocano spesso perchè se non sbaglio ricevono dei soldi dall'ente parco per ogni capo di bestiame abbattuto... e 2 anni fa un giornale locale ( se trovo la pagina la scannerizzo e la posto ) aveva attribuito ai lupi l'uccisione di 150 mucche podoliche....e a me francamente sembra una cifra a dir poco esagerata.

Nel caso della lontra, sono stato uno dei pochi fortunati ad averla vista :)
Io ho 25 anni e fino a 6 anni fa abitavo in campagna vicino al fiume Calore, e siccome stavo sempre a pesca ( ora pratico sempre il C&R ) l'ho vista sbucare proprio davanti ai miei piedi.

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da Duccio » 09 gen 2009, 09:56

michimor ha scritto:Questa variabilità comportamentale può dipendere dall'area che frequenta?...ad esempio ,un branco che vive nelle colline bolognesi sarà più "abituato" alla presenza dell'uomo, rispetto ad uno che vive in un'area estremamente selvaggia tipo la ris. integr. di Sasso Fratino...;la disponobilità alimentare (sia domestica che selvatica) può essere un fattore rilevante?...esiste nell'arco dell'anno un periodo in cui il lupo ha maggiore facilità a "trovare" cibo?..esistono ricerche in merito?..mi verrebbe da pensare che l'inverno sia la stagione più favorevole,viste le difficoltà per gli ungulati...potrebbe essere il periodo con più probabilità di abbandono della carcassa?...scusate le numerose domande
ciao e grazie


Ciao, il comportamento in parte dipende sicuramente dall'area che il gruppo frequenta, ma ci sono dei casi che sono emblematici. Nell'area dei Carpazi rumeni vicini alla città di Brasov fu condotto uno studio con telemetria dei lupi alcuni anni fa da ricercatori tedeschi. Un dato interessante che venne fuori è che due gruppi di lupi che vivevano nella stessa zona avevano comportamento alimentare opposto: un gruppo si alimentava ai cassonetti della spazzatura e si addentrava fin nel centro della città di Brasov (venne anche girato un documentario dalla BBC) mentre l'altro gruppo, che "abitava" vicinissimo, si alimentava quasi esclusivamente di ungulati. Quindi stessa area, comportamente molto diverso.
Stesso discorso vale per le aree in cui avviene la caccia al cinghiale. Pare ad esempio che nel bolognese i lupi frequentino con assiduità le aree dove si svolgono le cacciate dei cinghialai, probabilmente per trovare animali feriti. E' certo che in un'area dell'Appennino Toscoemiliano dove si sono svolti studi telemetrici su un lupo, QUEL lupo sfuggiva con assoluta regolarità alle aree dove si svolgevano le battute al cinghiale, per rifugiarsi all'interno dell'area protetta del Parco dei Cento Laghi/Gigante probabilmente per evitare il rischio di finire impiombato...
Pensate alle differenze che ci sono anche in Italia, dove il lupo vive sia nella macchia mediterranea della toscana meridionale, dove viene osservato anche mentre caccia le nutrie sull'Ombrone, che nelle Alpi, dove passa l'inverno anche a quote notevoli a caccia di camosci, cervi, etc....
Leggendo vari studi di questo tipo mi sono fatto una mia idea. Credo che la "macchina" lupo sia estremamente adattabile ed efficace. E questo si capisce anche dalla morfologia, ad esempio dalla dentatura, 42 denti per mangiare un pò di tutto, contro che so, i 28 della lince, ben più specializzata.
Ogni gruppo di lupi impara dai propri genitori un determinato "stile di vita". I genitori insegnano a cacciare prede in una area con specifiche tecniche di caccia. Imparano a utilizzare il territorio sfuggendo ai contatti con l'uomo e ad approfittare di quel che il territorio può offrire. Finchè gli funziona continuano a comportarsi così. Imparano ed insegnano.
La molla è la territorialità, che spinge i giovani ad avventurarsi in zone nuove. Questi sono costretti a sperimentare nuovi "stili di vita" per sopravvivere alle caratteristiche dei nuovi territori in cui si sono insediati. Se questi funzionano bene, li trasmetteranno alla prole, altrimenti vengono selezionati negativamente e l'esperimento finirà lì.

Purtroppo studi di questo tipo sono molto complessi e costosi, per cui non esistono molti dati oggettivi da utilizzare, soprattutto nel nostro territorio. L'errore più frequente dei ricercatori è poi di attribuire comportamenti osservati per determinati animali in certi contesti, ad altri animali, di zone ecologicamente diverse. Ricordo ad esempio che fino a non tanti fa, si cercava di convincere il mondo accademico che il lupo in Italia si cibava dai cassonetti e viveva in simpatria con cani di vario genere. Cosa assolutamente vera per alcuni contesti dell'Italia centrale, assolutamemte non trasferibile nel contesto forestale dell'Appennino cenrosettentrionale.

ciao, d.
Duccio Berzi, Presidente Canislupus Italia.

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Re: L'occasione mancata...

Messaggio da funghimundi » 09 gen 2009, 19:36

Duccio ha scritto:
michimor ha scritto:Questa variabilità comportamentale può dipendere dall'area che frequenta?...ad esempio ,un branco che vive nelle colline bolognesi sarà più "abituato" alla presenza dell'uomo, rispetto ad uno che vive in un'area estremamente selvaggia tipo la ris. integr. di Sasso Fratino...;la disponobilità alimentare (sia domestica che selvatica) può essere un fattore rilevante?...esiste nell'arco dell'anno un periodo in cui il lupo ha maggiore facilità a "trovare" cibo?..esistono ricerche in merito?..mi verrebbe da pensare che l'inverno sia la stagione più favorevole,viste le difficoltà per gli ungulati...potrebbe essere il periodo con più probabilità di abbandono della carcassa?...scusate le numerose domande
ciao e grazie


Ciao, il comportamento in parte dipende sicuramente dall'area che il gruppo frequenta, ma ci sono dei casi che sono emblematici. Nell'area dei Carpazi rumeni vicini alla città di Brasov fu condotto uno studio con telemetria dei lupi alcuni anni fa da ricercatori tedeschi. Un dato interessante che venne fuori è che due gruppi di lupi che vivevano nella stessa zona avevano comportamento alimentare opposto: un gruppo si alimentava ai cassonetti della spazzatura e si addentrava fin nel centro della città di Brasov (venne anche girato un documentario dalla BBC) mentre l'altro gruppo, che "abitava" vicinissimo, si alimentava quasi esclusivamente di ungulati. Quindi stessa area, comportamente molto diverso.
Stesso discorso vale per le aree in cui avviene la caccia al cinghiale. Pare ad esempio che nel bolognese i lupi frequentino con assiduità le aree dove si svolgono le cacciate dei cinghialai, probabilmente per trovare animali feriti. E' certo che in un'area dell'Appennino Toscoemiliano dove si sono svolti studi telemetrici su un lupo, QUEL lupo sfuggiva con assoluta regolarità alle aree dove si svolgevano le battute al cinghiale, per rifugiarsi all'interno dell'area protetta del Parco dei Cento Laghi/Gigante probabilmente per evitare il rischio di finire impiombato...
Pensate alle differenze che ci sono anche in Italia, dove il lupo vive sia nella macchia mediterranea della toscana meridionale, dove viene osservato anche mentre caccia le nutrie sull'Ombrone, che nelle Alpi, dove passa l'inverno anche a quote notevoli a caccia di camosci, cervi, etc....
Leggendo vari studi di questo tipo mi sono fatto una mia idea. Credo che la "macchina" lupo sia estremamente adattabile ed efficace. E questo si capisce anche dalla morfologia, ad esempio dalla dentatura, 42 denti per mangiare un pò di tutto, contro che so, i 28 della lince, ben più specializzata.
Ogni gruppo di lupi impara dai propri genitori un determinato "stile di vita". I genitori insegnano a cacciare prede in una area con specifiche tecniche di caccia. Imparano a utilizzare il territorio sfuggendo ai contatti con l'uomo e ad approfittare di quel che il territorio può offrire. Finchè gli funziona continuano a comportarsi così. Imparano ed insegnano.
La molla è la territorialità, che spinge i giovani ad avventurarsi in zone nuove. Questi sono costretti a sperimentare nuovi "stili di vita" per sopravvivere alle caratteristiche dei nuovi territori in cui si sono insediati. Se questi funzionano bene, li trasmetteranno alla prole, altrimenti vengono selezionati negativamente e l'esperimento finirà lì.

Purtroppo studi di questo tipo sono molto complessi e costosi, per cui non esistono molti dati oggettivi da utilizzare, soprattutto nel nostro territorio. L'errore più frequente dei ricercatori è poi di attribuire comportamenti osservati per determinati animali in certi contesti, ad altri animali, di zone ecologicamente diverse. Ricordo ad esempio che fino a non tanti fa, si cercava di convincere il mondo accademico che il lupo in Italia si cibava dai cassonetti e viveva in simpatria con cani di vario genere. Cosa assolutamente vera per alcuni contesti dell'Italia centrale, assolutamemte non trasferibile nel contesto forestale dell'Appennino cenrosettentrionale.

ciao, d.


considerazioni eccellenti Duccio!!

io non sono certo un esperto ma una idea del genere sulla plasticità del comportamento di questa specie me l'ero fatta (d'altra parte le infinite 'risorse' che vediamo nei cani domestici da qualche parte devono trarre origine).
In questo, cioè nella plasticità del comportamento, la nostra specie è "simile" e forse ciò contribuisce a determinare la schizofrenia dell'amore-odio che proviamo nei loro confronti.

A presto
Marco
Nella notte d'autunno
il mio passo è metro e secondo ....


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